SANTI E MARTIRI CATANESI Book Performance a Libri sotto gli archi. CATANIA domenica 18 febbraio

SANTI E MARTIRI CATANESI di giuseppe reina. Book Performance a Libri sotto gli archi. CATANIA DOMENICA 18 FEBBRAIO

Santi e martiri catanesi, di Giuseppe Reina. Book Performance a Libri sotto gli archi,
Catania Via Dusmet, Domenica 18 febbraio 2018 ore 10.30.

Con la partecipazione di Santino Mirabella, giudice e scrittore.
Uno studio sui martiri e sui santi catanesi più o meno conosciuti a cura del professore Giuseppe Reina per conoscere l’origine dei culti religiosi e delle tradizioni più diffuse nell’isola.

Un assaggio su Sant’Agata.

“il nome di Agata è di origine greca e significa buona e docile, faccio presente che secondo la tradizione nacque l’8 settembre del 238 da una nobile e ricca famiglia catanese il cui sontuoso palazzo sorgeva in contrada Sant’Orsola al Piano di Giacobbe, che corrisponde all’attuale zona di San Placido.

Tutt’ora in via Museo Biscari esiste un locale sotterraneo che viene considerato come un resto di tale palazzo e che fu inglobato nel monastero di San Placido costruito nel sec. XVI. In una lapide posta a ricordo è scritto in latino: “A Dio Ottimo Massimo.

Questo luogo deve essere sacro e in grande riverenza ai catanesi cittadini di Sant’Agata, dove per antica fama i suoi progenitori ebbero un gran palazzo che lei rese famoso nascendovi dentro nel giorno medesimo della natività della Madre di Dio, nell’anno 238 e dopo la morte dei suoi genitori ne abbellì le volte sotterra con tante opere di virtù che la fece degna d’invidia in tutto il mondo”.

Ad essa ne è stata aggiunta un’altra con queste parole: “La molta benemerita Suor Maria Statella, abbadessa di questo monastero, nel 1728 anno ventottesimo del suo priorato, richiamò questa tradizione all’attenzione di tutti”.

Purtroppo, considerato lo stato di abbandono del luogo, ci si deve rammaricare per il fatto che i posteri hanno completamente disatteso quanto avevano giustamente stabilito i fervorosi antenati. Completano il rilievo due angeli che reggono due nastri sui quali è scritto: “Non offendere la patria di Agata, perché è vendicatrice delle ingiurie”.

Sempre secondo la tradizione, i suoi genitori si chiamavano Rao ed Apolla e quasi sicuramente erano cristiani, perché Agata sin dai primissimi anni di vita appare non solo istruita nella nuova e vera fede, ma intimamente unita a Cristo. Si sconosce il casato di appartenenza anche se in passato si tentò di individuarlo con la conseguenza di fare sorgere una vera e propria polemica, dato che ben sette casati hanno cercato di dimostrare che la famiglia di Agata appartenesse alla loro.

Anche sul luogo di origine vi sono stati nel corso del 1592 aspre polemiche tra Palermo e Catania. Infatti due palermitani, e precisamente S. Tuccio e A. Inveges, cercarono di contestare l’origine catanese di Agata attribuendola invece a Palermo. Però ormai la critica storica, basandosi su tutti gli elementi di cui disponeva, ha dimostrato ampiamente la sua origine catanese, per cui non è il caso di soffermarsi su tale polemica che ebbe come difensore dell’origine catanese di Agata il gesuita catanese Bernardo Colnago del Tribunale del S.Ufficio, del quale riferirò in seguito. Qui basta indicare che per questo motivo fu sepolto in Cattedrale.

 

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