Ho ucciso mio figlio. Scheda adozione libro di testo

Titolo: Ho ucciso mio figlio
Autore: Agostino Moscato
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 182
Prezzo: 13,00
ISBN: 9788898351985
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno pubblicazione: 2016

E’ possibile uccidere il proprio figlio disabile per amore?
Il protagonista del romanzo, un malato terminale, uccide negli ultimi giorni della sua vita il proprio ragazzo ventenne da sempre affetto da una sindrome gravissima, pensando di compiere un atto d’amore verso la moglie-madre: liberarla dal peso di dover provvedere da sola all’assistenza quotidiana del figlio e potersi così rifare una nuova libera esistenza.

Quel padre uccide davvero per amore, o perché non ha mai accettato la condizione di disabilità del figlio?
Domande terribili, che scuotono la sensibilità del lettore, invitandolo a interrogarsi sul senso della vita, della sua qualità, e sui poteri e doveri dei padri e delle madri rispetto ai figli, abili o disabili che siano.

Il libro affronta anche il ruolo della società, dell’economia, dello Stato con i suoi servizi sociali che affiancano o surrogano la famiglia nell’ambito del principio di sussidiarietà.

Il romanzo di Agostino Moscato, docente di sostegno per scelta di vita, appare come un atto di grande provocazione nei confronti di quella parte della società che spinge verso l’emarginazione, provocata in gran parte parte dall’efficientismo economico esasperato su cui è basata la nostra civiltà.
Esso è anche un implicito richiamo a maggiore consapevolezza e impegno sociale, se è vero che 
le pubbliche istituzioni non sempre riescono a supportare le famiglie, sulle cui spalle grava per lo più la gestione della disabilità di qualche loro componente.

Leggere questo libro a scuola potrà spingere i compagni di classe di bambini e ragazzi disabili a entrare nel più profondo del dramma vissuto dalle famiglie che ne soffrono, e potrà indurli a farsi carico del problema con maggiore consapevolezza, modificando, se ce ne dovesse essere bisogno, i propri comportamenti, nel senso di improntarli alla migliore sincera accoglienza.

Del resto la scuola italiana è quella che può vantare, nel campo dell’integrazione scolastica dei soggetti “diversi”, una delle migliori legislazioni al mondo.

In ogni caso l’omicidio del figlio da parte di un padre è sempre un atto efferato e innaturale, che porta nel nostro caso il protagonista a vivere il poco tempo rimastogli in un tragico travaglio interiore, la cui narrazione consentirà al docente di attivare lezioni interattive, laboratori ed esperienze didattiche: le riflessioni personali, le conversazioni, i dibattiti, la scrittura di finali diversi, potranno maieuticamente condurre i ragazzi all’apprezzamento e alla tutela della vita umana come valori assoluti e non negoziabili.

Siamo insomma di fronte a un romanzo di formazione.