Marinella Fiume e Piero Romano al Liceo Leonardo di Giarre

Marinella Fiume e Piero Romano al Liceo Leonardo di Giarre, Venerdì 2 marzo ore 11.00.

Marinella Fiume e Piero Romano presenteranno il loro libro Viaggio in Sicilia. Parole Suoni Visioni da un viaggio multisensoriale, a Giarre.
L’evento si svolgerà nell’aula Magna del Liceo Leonardo Venerdì 2 marzo alle ore 11.00.

Dopo i saluti del dirigente scolastico prof.ssa Carmela Scirè, interverranno:
Prof. Nicolò Mineo, Presidente Società Giarrese di Storia Patria e Cultura;
Dott.ssa Anna Fichera, Presidente Fidapa Giarre-Riposto;
Arch. Antonio Anastasi, Presidente Lions Club Giarre Riposto.

Presenti i musicisti Nino Scionti e Fabio Pennisi con l’attore Bruno Torrisi.

 

“Noi siciliani abbiamo pensato per troppo
tempo alla Sicilia solo come a un punto di
partenza.

E invece dobbiamo riappropriarci della
nostra terra.
Come dice Sgalambro alla fine del film
di Battiato, la Sicilia reca in sé una magia
particolare difficile da esprimere.
Bisogna viverci per capire: l’odore di mandorle
amare che evoca la Macondo di Garcia
Marquez, l’Etna, l’acqua del mare,
l’odore di arance.”

Carmen Consoli
[esergo]

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Prologo. Viaggio in Sicilia

A pensarci bene, da quando scrivo, è della Sicilia che scrivo, in tutte le salse, aspre, dolci, agrodolci, come i suoi piatti, sontuosi, sensuali, letterari, piatti che conservano i sapori e gli odori di tutte le civiltà, i popoli, le razze che l’hanno conquistata nei secoli col sangue e a cui lei ha opposto violenta resistenza, come una vergine violata o a cui ha soggiaciuto come una puttana.

Ne conosco la storia, il mito e l’anti-mito, l’origine dei mali che ancora l’attanagliano, tra guerre, sfruttamento, mafia, patriarcato, esodi biblici.

Li conosco senza smettere di nutrire speranze e utopie. Vi ho conosciuto i mostri e le anime belle che vi risiedono.

Ci sono sempre vissuta, tranne per brevi parentesi, e sempre ci sono ritornata, sempre con la maledizione sulle labbra e affatturata, come si fa con la Madre, come si fa con l’amante infedele.
Una notte di Natale una sciamana centenaria mi trasmise le formule, gli scongiuri e i rimedi magici per in uenzare gli eventi e dominare i fenomeni naturali: morbi, eruzioni vulcaniche, terremoti, inondazioni, draunàre (trombe d’aria)…, e così mi regolo per sopravvivere quando gli elementi si scatenano.
Ma sempre ne sono rimasta vittima, alzando caparbiamente il capo tra i marosi a scorgere la riva di Lampedusa e da questi sopraffatta in una impari lotta.
Ho bevuto acqua di mare, sono affondata, come relitto inerte di barca sono stata spiaggiata, cotta e inaridita dal sole dell’eterna estate, ricoperta da scaglie di sale quando l’acqua è evaporata.
   Come i viaggiatori del Grand Tour, anch’io ho fatto le mie ascensioni al cratere, guidata da un Empedocle reincarnato, Antonio Nicoloso, la più vecchia guida dell’Etna che osò scendere nelle viscere del cratere centrale, senza per questo voler sfidare la Madre. Dopo ogni ascensione, mi sono seduta sulla sciara spenta per osservare il mare dall’Etna e ho visto: ho visto il tempo prima della nascita del tempo, quando alberi, fiumi, monti, sassi e stelle erano tutti la Divinità, sono entrata nel Mito, ho ripetuto il Rito.
   Del corpo della Madre conosco ogni angolo, è l’isola più grande del Mediterraneo, ma come un esploratore ne ho perlustrato le pieghe più riposte riportandone sempre lo stesso stupore che, a volte, mi ha fatto piegare supplice le ginocchia, come davanti ai Megaliti del mistico Argimusco.
   L’ho sorvolata in compagnia di Icaro, l’Uomo-Uccello, Angelo D’Arrigo, imbragata con lui nel suo deltaplano; l’ho circumnavigata, l’ho attraversata, l’ho percorsa, l’ho tagliata.
   In tutte le stagioni, meteorologiche e astronomiche, della natura: gli effimeri fantasmi della primavera e dell’autunno, i rigori nevosi e brevi dell’inverno, le lunghe sciroccose calure estive.
   E in tutte le stagioni dell’anima, alle quali il ragionamento non ha parte e di cui siamo incapaci di dare giustificazione perché vengono dal cuore che tutto sa, che ha le sue ragioni che la ragione non conosce, e sottolineano le emozioni, i turbamenti che ci prendono nel viaggio.
   Come in tutte le stagioni che attraversano il nostro corpo, che dobbiamo imparare ad accettare come sempre accettiamo quelle della natura, abituandoci pian piano a gestire le sfide del cambiamento per approdare a una saggezza possibile.
   In tutte le ore, del giorno e della notte: le albe dei fenicotteri, i mezzogiorni infuocati e deserti delle serpi, i tramonti dei conigli che si rintanano, le mezzenotti dei cieli neri pesanti di luna e di stelle.
   Però, quando stavo per perdermi, occhi al cielo, ho sempre potuto ritrovare la strada: mi sono lasciata guidare dal chiarore soffuso della Via Lattea, dove l’anima vaga trafiggendosi i piedi prima di trovare la sede dell’eterno destino e far ritorno dall’esilio.
   Occhi al cielo, mi sono aggrappata alla cintura di Orione il cacciatore e al fedele cane Sirio, risplendente tra i mondi sconosciuti delle nebulose, perché solo dal cuore puoi tocca- re il cielo e il cielo può toccarti.
   A forza di guardarle, la luce delle stelle ti penetra, ti soffonde, ti impressiona come pellicola e ti fa trovare la strada, quella vera, quella nascosta dentro di te.
   Così, sotto la guida dell’oralità di pastori e contadine sciamane e di scritti di saggi e viaggiatori, è avvenuto il mio transumanar che per verba significar non si porìa… – come scrive Dante – ; perciò Goethe dice che quello in Sicilia è un viaggio iniziatico e cosa si diventi dopo non è dato significar per verba, trattandosi di un’esperienza incomunicabile, del tutto individuale.
   Ma certamente un’esperienza che è un progressivo approdo ai porti felici della vita, destino vero dell’umanità.
   Ora, di questa Sicilia, di questo viaggio, scrivo versi che, accompagnati dalla musica di Piero Romano e dagli arrangiamenti di Nino Scionti, producono effetti sonori che dicono l’interiorità e si fanno canto, melodia che vuol suscitare emozioni nell’animo di chi ascolta, inducendolo al “viaggio”.
   Un viaggio multisensoriale grazie anche alle belle fotografie di Piero Romano contenute nel DVD.
   E se il “viaggiatore” sintonizzerà nella lettura, nell’ascolto e nella visione il battito del cuore col battito dell’universo, allora potremo dire di non aver fatto cosa inutile.

Marinella Fiume

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