"... se la Leggenda narra eventi reali, integrati con elementi fantastici, il Mito racconta eventi fantastici o religiosi che non hanno bisogno di dimostrazione. La parola deriva dal greco “Mythos” che significa “parola, discorso, progetto, macchinazione”. Originariamente con questa parola si intendevano quei racconti il cui soggetto erano esseri divini o eroi; oggi soprattutto si intende una storia indipendente da un pensiero logico o scientifico.
Fascino e magia. Sogno. … e in questo libro Giuseppe Reina ci ha accompagnato proprio per
le stanze del sogno più reale del falso, più misterioso del vero. E ci ha raccontato, disegnato le mille storie che ci hanno reso quelli che siamo e che forse, spesso, troppo spesso, nemmeno conosciamo. Ma che per fortuna, da qualche parte, ancora, c’è chi ce le racconta con la pazienza di chi al tempo ha imposto i suoi ritmi.
Anche fuori tempo.
                                                                                    [Santino Mirabella, Postfazione]

Giuseppe Reina continua una antica e nobile consuetudine di rammemorare miti e leggende siciliane, ma in realtà catanesi, che hanno finito con il caratterizzare questa città.
Leggende che si intersecano coi fatti memorabili e notevoli che hanno dato l’impronta di singolare città mediterranea a Catania. Reina riesce a muoversi con grande abilità tra il mito e la storia, ci fa capire come ogni evento eccezionale, o la stessa presenza dell’Etna che salvaguarda ma anche incombe sulla città, venga trasfigurato in mito atemporale.
La narrazione su Sant’Agata e intorno a Sant’Agata offre materia per ricerche, riflessioni, nuove creazioni. L’affabulazione di Giuseppe Reina è così vivace e precisa che, per un momento, sembra che la leggenda sia più reale della storia e che la storia stessa si confonda e diventi mito, leggenda...

                                                                                        [Miko Magistro, Prefazione]