La produzione poetica di Damiano Virga abbraccia un lunghissimo arco di tempo, che va dagli anni giovanili (addirittura, in qualche caso, fin da ragazzo) all’età matura, fino agli ultimi anni della sua esistenza terrena.
Le sue poesie sono lo specchio della sua vita e della sua personalità poliedrica.
Medico, politico, amministratore, studioso e cultore di svariati rami del sapere. Spirito eclettico è sempre aperto a tutte le novità ed esperienze della vita e della società, il “Dottore Virga” è stato uno degli ultimi esponenti di quella schiera, un tempo non rara anche nelle nostre Madonie, di scienziati-umanisti che alla propria professione sapeva abbinare una robusta preparazione umanistica e letteraria, in una perfetta simbiosi di vita, scienza e cultura.
Le sue poesie scaturiscono non già da un disegno preordinato e teorico, ma rappresentano giorno dopo giorno, anno dopo anno, la necessità e l’urgenza dello spirito di affidare al verso, i suoi pensieri, i suoi affetti, la sua visione della vita e dell’uomo, della società e delle sue ingiustizie e storture. È come un diario al quale Damiano Virga affida tutti i segreti, gli umori, le passioni della sua anima.
Nelle poesie c’è tutto l’uomo: gli affetti familiari, le gioie e le passioni dell’amore, lo sdegno e la naturale ripulsa di ogni ingiustizia sociale, la diffidenza e lo scetticismo nei confronti dei politici, l’ironia e talvolta l’indulgenza dell’uomo vissuto verso i vizi e le debolezze degli uomini, il distacco, la rassegnazione con cui osserva l’inesorabile scorrere del tempo.

[dall'Introduzione di Angelo Rosso]