"... Alessandra ci accompagna tra le sue parole, parole che combina in versi ostentatamente diseguali, che non cedono alla tentazione della rima facile e si appressano al lettore con i loro ritmi diversi, prolungando un’emozione laddove non riesce a staccarsi dal suo rigo, interrompendo invece un pensiero laddove non vuole condursi da solo, chiedendo quasi al suo Autore, o pretendendo, improvvisi enjambement.
Perché, a volte, si cede la parola allo sguardo e lo sguardo di Alessandra non è mai convenzionale, ti sorprende un attimo dopo aver pensato di capire dove voleva condurti.
Ed ecco tutti quei pezzi del mosaico emozionale che si ricompongono; perché non di soli ricordi, o di malinconie, dobbiamo e possiamo vivere, o vive direttamente la nostra poetessa: anche di colpi di reni contro le onde.
Anche di felicità pure, più felicità nei loro aspetti.
Per Alessandra la felicità è tanto, tutto, non troppo: una barca che naviga in fretta; un filo colorato, rammendato, a volte teso, a volte arrotolato; un colore, un sapore, un odore.
Una felicità che richiede anche sforzo e sacrificio, tantissime ore anche solo per immaginarla e a volte solo pochissimi istanti per goderne.
Una felicità che trasforma un singolo momento nell’infinito; perché per essere felici a volte bisogna stare fermi in un momento, nel centro di un momento.
E sono infatti poesie che fermano i movimenti, o li fotografano, per guardarli da altre prospettive; perché nelle poesie di Alessandra vediamo tutti colori, i visi e le espressioni di
quel complesso che dovremmo definire vita, ma solo perché non abbiamo ancora trovato un termine migliore, più chiaro.
Perché, come scrive Roberto Vecchioni, la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire.
E di questa vita Alessandra sa essere interprete originale e appassionata; un piacere conoscerla, un piacere leggere le parole che a volte decide di non nascondere.

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