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Verità
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Copertina del libro Verità
Autore: Pietro Chichi
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 120
Prezzo: 8,00
ISBN: 978-88-89943-80-9
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno publicazione: 2012
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Recensione
Scritto da Pietro Attinasi

Pietro Chichi poeta d’istinto. La nostalgia delle montagne

Scrive componimenti in rima, ma di professione non è un poeta. Pietro Chichi fa il portiere in un grande condominio di Palermo, dove abita con la moglie e due figlie. Originario di Geraci quest’uomo di 48 anni dagli occhi vivaci e il sorriso amabile, vive a Palermo da circa vent’anni. «È fra le montagne delle Madonie che desidero tornare non appena avrò terminato il mio lavoro qui» – dice il signor Chichi – con tono sicuro e gli occhi un po’ lucidi. Aveva poco più di vent’anni quando lasciò il paese e gli affetti per scoprire il fascino della grande città. Ma come spesso accade, all’euforia dei primi tempi subentrò ben presto una profonda nostalgia per tutto ciò che aveva lasciato. Un sentimento questo che ha ispirato i primi tentativi poetici del timido ma intraprendente portiere di Geraci.
«Non sono né poeta né scrittore, sento ogni tanto qualche nostalgia, scrivo quel che mi detta il cuore magari ne vien fuori una poesia», così inizia la prima poesia intitolata L’amicizia.
Da allora sono trascorsi quindici anni e il signor Chichi ha riempito tre grossi quaderni di componimenti in rima, scritti in italiano e in dialetto. Ha già scritto oltre un centinaio di poesie, ispirandosi alla natura, ad alcune figure familiari, ai maggiori fatti di cronaca e anche a scene di vita quotidiana. A volte lo si può vedere seduto nella sua guardiola, intento a mettere nero su bianco alcune sensazioni ed emozioni suscitate da qualcosa o qualcuno visto passare per strada oppure nell’atrio del grande condominio. Così sono nate le poesie dedicate all’infermiere, al fotografo, al medico.
A seconda del soggetto il tono delle poesie varia dal nostalgico all’ironico, dall’indignato allo scanzonato. «Se ho l’ispirazione giusta» – dice il signor Chichi – sono in grado di comporre una poesia anche in un quarto d’ora. La maggior parte dei miei componimenti sono scritti in rima perché trovo che la rima dia un senso di maggiore perfezione alla poesia. Più la rima è perfetta e più mi sento soddisfatto». E mentre sfoglia le pagine dei quaderni dalla copertina un po’ consumata, si ferma ogni tanto per leggere qualche strofa più significativa, rammentando la data e l’occasione in cui è stata scritta. «Questa dal titolo Non c’è paragone – dice il signor Chichi lievemente commosso – l’ho composta in occasione delle nozze d’oro dei miei genitori. Parla della differente concezione che i giovani d’oggi hanno del matrimonio, rispetto a quella che potevano avere i miei genitori. Mio padre non aveva un soldo quando chiese la mano di mia madre. Eppure, grazie all’amore che ognuno sentiva per l’altro hanno superato gli ostacoli più difficili. Oggi i giovani cercano tante comodità».
La mano del signor Pietro scorre veloce tra i foglio dei quaderni un po’ ingialliti e improvvisamente pronuncia ad alta voce il titolo di una poesia e poi la recita con enfasi.
Si intitola Vecchio paese mio ed è dedicata a Geraci.

Laura Grimaldi, 1991

Data inserimento: Martedì 24 Luglio 2012 00:02