Ileana, giovane giornalista incaricata di redigere un articolo sulla condizione della donna, inizia la sua ricerca mossa da un sogno.
In uno dei periodi più oscuri ed emblematici per la condizione della donna, il primo trentennio del ventesimo secolo, in tre comuni diversi del nisseno, Delia, Sutera e Mussomeli, carichi di suggestioni, scorrono come in un film surreale tre storie di donne a cui i condizionamenti sociali di una Sicilia ancora tribale nega il diritto di vivere una vita in qualche modo normale e di godere dell’amore e della felicità cui ogni donna aspira. Tre storie diverse ma per certi aspetti uguali e parallele; tre donne, Manuela, Nuccia e Concettina, e il mondo arcaico in cui si muovono che le condanna al fallimento, alla solitudine, alla fuga, alla reclusione, alla morte.

Tra fantasmi che abitano i vecchi manieri di Delia e Mussomeli, sedute spiritiche, veli di spose in fondo a pozzi abbandonati, scene di violenza subdola o dichiarata che si susseguono sfiorando il raccapriccio, sfilano personaggi, usanze, consuetudini di una Sicilia scomparsa, che sono del nisseno ma potrebbero essere di qualunque altra zona dell’Isola in quel momento storico. Una Sicilia che Rosetta–Ileana, come tutte le donne che hanno coscienza e ne conoscono la storia sociale, emancipatesi attraverso la conquista del diritto all’istruzione, ama e odia a un tempo.

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