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Frammenti
de una voyageuse sans bagage
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Copertina del libro Frammenti
Autore: Renata Turco
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 120
Prezzo: 10,00
ISBN: 9788898351701
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno publicazione: 2015
Visite: 1369
Valutazione:  / 12
scarsoottimo 
Recensione

Frammenti è il titolo di questo volume e nella scelta significativa dei tuoi versi abbiamo voluto suddividere in tre parti la raccolta in cui la parola “Amore”, come tu dici, “è sempre nella tua bocca” ed è il legante delle figure/angeli della cultura francese che accompagnano il tuo verso (Gilles Deleuze, Henri Michaux, Roland Barthes ed, infine, come assonanza di profonda vicinanza, Wislawa Szymborska).
L’inizio è un interrogativo sull’amore e la paura della ruota come metafora del cammino, che trovano, in Gilles Deleuze, la parola rivelata del filosofo come guida nel bosco della vita che oggi, per le tue nuove difficoltà, è diversa e ricerchi una te stessa nella profondità dell’essere giocato tra le esteriorità del mondo, la memoria e il sogno. E ricerchi anche te stessa nella prassi del frammento amoroso
in una figura che sia “l’estasi dell’amante soddisfatto”, nella consapevolezza della lingua arcaica come chiave di lettura dell’indecifrabile, un fiorire di mani che seppelliscono le parole, guariscono gli occhi, offrono la notte come la tua notte.
Ecco, cara Renata, la poesia nel suo farsi contro la frammentarietà della vita, “l’amore a prima vista” (Szymborska) come sbadataggine, prendere corpo nella casualità, nella discesa e risalita di un ascensore. L’amore, come ossatura condivisa, trova nel tempo una solida fragilità nella inarrivabile continuità. Ed ancora, il tuo giuoco ha il sapore della veritˆ ultima delle cose e del desiderio dell’assoluto come genesi di un Dio lontano: “l’erranza nel deserto dell’amico ritrovato”. Signorina “Dicichè” (o cara Renata), l’importante è non prendersi sul serio e con umorismo affrontare il quotidiano.
                                                           
[dalla Lettera di Vincenzo Ognibene]

Il libro di Renata Turco è un soffio di aria fresca, un continuo sogno che si intreccia con la dura realtà, resistendo alla continua tentazione di arrendersi alla disperazione, come una interminabile partita condotta da un consumato giocatore che sa usare le parole e i concetti senza mai prendersi troppo sul serio, con una capacità di autoironia che conquista.
Nelle sue poesie ci parla della personale ricerca del senso delle
cose e dei suoi significati, di un quotidiano osservato nel suo ordinario scorrere e divenire. Eternamente a ricercare. Ricercare, come lei scrive, è un po’ perdersi. Ma è sempre un perdersi per ritrovare se stessi e scoprirsi spesso con una maggiore coscienza e maturità.

Figlia disincantata della cultura del proprio tempo, di un’epoca che ha messo in dubbio le certezze ideali del passato, che ha spazzato via modelli culturali antichi, messo in soffitta valori e convenzioni, che ha portato innovazione ma creato spesso grandi illusioni.

Renata ha vissuto gli ultimi scampoli di “rivoluzione” o forse meglio sarebbe di “modernizzazione” di società organizzate attorno alla produzione e al consumo di beni. Ha assistito al crollo delle “idee forti” che hanno decretato la scomparsa di un mondo.La fine della modernità è stata segnata dal lento degenerare verso l’egoismo e il venir meno dell’identificazione dell’universale con i diritti umani, la libertà, la cultura e la democrazia, falsamente riproposti dal sorgere dell’alba radiosa della globalizzazione.
Un processo di omogeneizzazione e standardizzazione, una nuova era di massa dove le classi scompaiono e la politica muore, come i grandi sogni di solidarietà e liberazione.

Cosa fare: arrendersi ed adeguarsi? Per chi conosce la libertà del pensiero non sono ipotesi da prendere in considerazione. C’è ancora uno spazio che racconta, che libera, che emoziona. Il comunicare diventa quasi una resistenza contro l’omologazione delle coscienze, un codice identitario di nuovi paradigmi. Il linguaggio contro la banalizzazione della vita, che sa far diventare fantastica la quotidianità di una esistenza semplice e reale.
Il “verbo” che sa esprimere ancora oggi la persona stessa e la sua opera.
Un logos che sa creare ogni giorno nuova vita e nuove speranze.
                                                          
[dalla Presentazione di Alfonso Lo Cascio]

Data inserimento: Sabato 07 Febbraio 2015 20:28