IL MIO MONDO OFFESO, NUOVO LIBRO DI CONCETTA CIMINO Stampa

Dopo la recente esperienza dello stile ermetico, cifrato ed enigmatico di “Il Capro espiatorio”, Concetta Cimino ritorna al suo più congeniale modo di scrivere, quello che consente una immediata comprensione da parte del lettore. Infatti, questa narrazione sul suo “mondo offeso”è un racconto che si sviluppa “tra realtà ed irrealtà”, tanto da farvi “parlare”, e non solo metaforicamente, persino le pietre; un racconto originale i cui apparenti protagonisti sono il serpente Gorgone ed i suoi tre fratelli Steno, Euriale e Dioniso, fantastici esseri per la cui invenzione l’autrice trae ispirazione dal mito greco delle Gorgoni Medusa-Steno-Euriale, mostri femminili dal corpo alato e dai capelli di serpenti che rendevano di pietra chiunque li guardasse, figlie di Forco e di Ceto, abitanti delle Esperidi.
Non può sfuggire a chi legge il volume lo spazio che Ella dedica al ricordo della
Biddirina, il leggendario “ferocissimo gigantesco serpente” dalla “colorazione tra il verde ed il blu” presente nella tradizione di tanti luoghi della Sicilia, da Montedoro a Riesi, a Butera a Cammuto, e, aggiungo io, sin’anche a Raccuja dove con il magnetico sguardo dei suoi occhi rossi punterebbe gli uccelli alti nel cielo paralizzandone il volo e così facendoli precipitare per il soddisfacimento del proprio appetito. Qui è evidente il bisogno della Cimino di “riascoltare la voce” di sua nonna, di rivivere il tempo felice dei suoi undici anni di età (...)

 

(dalla prefazione di Filippo Maria Provitina)