Paolo Polizzotto, Ventu ca va Stampa

Il nuovo libro di Paolo Polizzotto: Ventu ca va.

" (...) Un sabato di maggio, non appena il barbiere aveva finito di insaponare il viso di Don Peppino, dalla finestra aperta si udì il tamburo del banditore e questi annunciare con voce squillante: “Arrivaru i sardi frischi unni a Cannia”. Quel tipo di annuncio veniva fatto ogni volta che in paese accadeva qualcosa di nuovo. Una folgore colpì la mente di Mauro. Si tolse il camice e, scusandosi col cliente, chiese il permesso di allontanarsi un minuto per andare a comprare il pesce, adducendo a scusa la gravidanza della moglie. Una donna incinta, secondo le credenze del borgo, meritava massima attenzione specialmente quando si verificava un avvenimento straordinario come l’arrivo del pesce in paese. In quei tempi il pesce arrivava raramente, a barda di mulo, dentro cestoni di vimini e tra il tempo del trasporto o altri ritardi non previsti si correva il rischio che andasse a male. Mastru Mauru eseguì la sua commissione, comprò il pesce, andò a casa, si sedette, pranzò dimentico di aver posteggiato il povero Don Peppino sul seggiolone col viso insaponato e la rabbia di essere stato dimenticato in siffatta posizione. (...)

continua