Lorenzo Sciajno, Il Conte di Geraci Stampa

Fresco di stampa: Il Conte di Geraci, di Lorenzo Sciajno.

Lorenzo Sciajno in Il conte di Geraci scrive versi di grande eleganza stilistica metrica e narrativa, e dà la dignità dell'olimpo dell'epos alla tragedia più grave della Contea di Geraci: l'uccisione a tradimento di Francesco Ventimiglia. Epica malinconica sì, narrazione rassegnata fin dall'inizio ad accogliere la fine amara del Conte in quella fredda notte del 4 febbraio 1338, con il castello assediato dalle truppe del buon Re Pietro II, il cui stato maggiore è composto dai fratelli Matteo e Damiano Palizzi e dall'ex cognato di Francesco, Giovanni Chiaramonte, fratello della povera Costanza ripudiata perché sterile. Fine amara, prezzolata, dovuta non certo alla sconfitta sul campo con armi alla pari.
Ma è la guerra così. E così è pure la politica. Entrambe lontane anni luce dall'essere un leale sport.
Cinque secoli dopo succederà per l'ultima volta del Regno di Sicilia, con la cosiddetta impresa dei Mille.
[dalla prefazione di Pietro Attinasi]