DIO, NON ME NE VOGLIO ANDARE DA QUESTA VIA
Dio,
non me ne voglio andare da questa Terra Luminosa
da questi Monti Nebrodi Madonie
unica catena sotto l’occhio di Mongibello
bianco e nero, fuoco nella pancia, il più vicino al cielo.
Rocce che vedo erose gialle dune come deserti dell’Africa Sorella.
Pieghe
che portano acqua a Gole
scogli sabbie Mari dell’Est e del Nord.
Nè Tu lo vuoi che io me ne vada, Amore Dio
se è vero che insemini ogni anno l’inverno
e a marzo fai fiorire il verde.
Oh pascoli bradi! Oh grani di Sicilia che tornate!
Oh cavalli per la passeggiata al Sole della Trazzera Regia!
God,
Ti chiamo nella lingua che non è la madre mia, ma Tu sei poliglotta:
– Non me ne voglio andare da questa Strada di Sicilia Himera Thauromenium e voglio camminarci,
anche io, che non ho elicotteri
eppure conosco quei motori che spingono a girare
le ruote di gomma, e so di cosa hanno bisogno per andare. – Io sugnu, Signuri,
Io, che non sono Maya,
non ho più muli, anche a voler riprender le lettighe,
e gli asini sono quasi estinti.
– E tu ca cumanni ‘n Palermu, onorevuli
a tia dumannu: làssali stari i curvi,
scusa se te lo dico, togli le frane ripara le buche
rimettici alla via un poco di mantello nuovo, dove ci vuole per piacere!
Oppure portaci, non dico la TAV,
ci basta una banale ferrovia.
#statalecentoventi#