Descrizione
Autore: Nicola Schicchi
Di Paolo Schicchi, militante anarchico, esistono varie biografie. Tutte piuttosto datate e poco meno che mielosi panegirici all’icona venerata della fede libertaria, spesso pure imprecisi e redatti da compagni e discepoli sull’onda emotiva della sua scomparsa.
Lo idealizzarono fin alle soglie della beatificazione laica, non rendendosi conto che proprio Paolo sarebbe stato il primo a non gradire e a demolire impietosamente quelle elegie infarcite di retorica. Tra queste vi è Vita eroica e gloriosa di Paolo Schicchi (1957) scritta da Renato Souvarine e molto citata dagli “addetti ai lavori”. Già un titolo così basterebbe a sconsigliarne la lettura.
Alcuni autori la stroncarono sistematicamente. Pier Carlo Masini, nella Storia degli Anarchici Italiani dal 1862 al 1892 (1969), liquidò lo Schicchi degli anni giovanili in pochi cenni, relegandolo tra gli esagitati, i fanatici sognatori, i polemici in perenne lotta con tutti. Per lui, Paolo Schicchi fu «un altro pittoresco ed esagitato anarchico italiano che faceva sentire la sua voce all’estero». L’etichetta d’individualista esaltato e fuori di testa gli è rimasta incollata sin dai tempi delle polemiche d’inizio Novecento con Errico Malatesta e l’establishment anarchico.
Profili di Paolo Schicchi stazionano in molte “Storie dell’anarchismo eroico”, redatte a cavallo tra l’Otto e il Novecento, mentre singoli episodi che lo riguardano furono divulgati da pubblicazioni specializzate e dalla stampa generica. Per chi abbia tempo, voglia e sete di sapere, troverà su internet una valanga di citazioni e di riferimenti bibliografici, consapevoli che fonti di queste analisi sono, in genere, le numerose pubblicazioni dello stesso Schicchi – nate dal suo specifico e poco obiettivo punto di vista – o i confusi appunti biografici del fratello Niccolò, che si mantenne spesso sul vago o si rifugiò nell’elogio sperticato.
Il velo sui tanti avventurosi accadimenti non è stato sollevato. E forse non lo sarà mai, nonostante l’opera di validi storici moderni dell’anarchismo come Natale Musarra.
Con questo testo, date le premesse, si vorrebbe esplorare piuttosto l’uomo Paolo, rileggendo squarci della sua incredibile vicenda dal punto visuale della cerchia familiare che tanto amava.
Non si tratta di una nuova biografia, né di un resoconto storico di fatti e di protagonisti, tanto più che su tanti episodi della lunga clandestinità non c’è documentazione a supporto, mentre alcune sequenze e concatenazioni varie furono spesso tenute volutamente oscure dallo stesso protagonista.
Le date ballano o mancano del tutto, proprio come si conviene ad un cospiratore e rivoluzionario restìo a documentare gli avvenimenti che rotolavano sotto i suoi piedi ed i progetti che andava elaborando.
Per una migliore comprensione dell’uomo e delle sue azioni, si è allargato lo sguardo all’ambiente, alle figure, alle “epoche” in cui Paolo Schicchi operò ed ai retroscena di alcune imprese, talvolta sconfinate nella leggenda.
I ricordi personali, le saghe familiari e le sorprese venute fuori dai documenti ingialliti, sono stati integrati con un pizzico di fantasia laddove è mancato un resoconto credibile di ciò che successe in realtà.
Il quadro dipinto è quello di una personalità complessa; coerente e contraddittoria insieme. Un ritratto con luci ed ombre; un soggetto fuori dal “normale”.
Se il lavoro risulterà gradevole o interessante per il lettore, il merito sarà solo dello zio Paolo, della sua bellissima storia e dell’arguzia, dell’intelligenza e della cultura che trasudano dai suoi scritti, qui ampiamente riportati.
Avvertenza: è impossibile visionare a fondo la mole sterminata di ciò che è stato scritto da Paolo e su di lui. Potrà emergere infatti qualche nuova, vecchia carta che smentirà, modificherà o completerà quanto qui riportato.