Animah – Agostino Messineo
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Vi sono due tipologie di persone: da un lato i tranquilli e spensierati, che nella loro inconsapevole incoscienza non si pongono domande sulla propria esistenza; dall’altro i tormentati, consapevoli di qualcosa e attirati come calamite dai misteri della vita. Questi ultimi hanno la facoltà di scrutare il cielo, di vedere oltre il confine del mare; hanno la volontà di leggere il perché degli eventi e il desiderio innato di porsi delle domande e provare a darsi delle risposte. Nessuna disparità per importanza o prestigio, ma solo una questione di natura: una natura doppia, emotiva e intellettuale nei secondi, riconosciuta e accolta nella sua totale e magnifica complessità, necessaria al cammino esistenziale che ognuno è chiamato ad affrontare.
Questo testo, nella sua varietà, è frutto di una consapevolezza: quella – come qualcuno ha detto – di essere davvero su questo pianeta, ma per fortuna in una posizione privilegiata per guardare le stelle.
Animah: un testamento letterario, esito di un processo di chiarificazione nel tentativo di dominare il proprio caos interiore; un saggio sull’anima dell’uomo attraverso la visione introspettiva di un’anima inquieta, ruggente, vogliosa di rilancio e passione emotiva; il parto precoce di un groviglio d’idee gestazionali ancora prive di senso compiuto, che adesso trovano la loro ragion d’essere, non tanto nel dar risposta ai quesiti universali, ma nel tracciare l’identità di un’esistenza incerta e poco motivata. Tutto questo, e non solo.
L’accostamento alla filosofia e alla poesia consente di esplorare stati d’animo e cogliere sfumature emotive presenti in tutti gli esseri umani: dall’entusiasmo alla delusione, dalla passione all’amore, dall’ebbrezza della libertà alla fedeltà ad un credo, quello di un uomo che, mentre ricerca e indaga le forme della propria grandezza, riconosce l’importanza, il peso e il desiderio di sottostare a Dio.
Animah esprime i tratti di un romantico idealista tormentato, continuamente diviso tra l’esaltazione del suo genio visionario e la delusione rabbiosa per un mondo incerto, incomprensibile, intollerante e mentalmente instabile, a tratti disperato e forse rassegnato alla mediocrità. Un mondo di cui egli fa parte, ma da cui vuole emanciparsi per non rimanere incastrato nel limbo del qualunquismo.
É il primo grado dell’espansione emotiva di un’anima che aspira a raggiungere la piena e totale consapevolezza del suo microcosmo di sentimenti e idee, non solo in sé nell’intimo, ma anche nel quotidiano vivere, nel contrasto sconfortante dell’esistere che, tuttavia, ha la straordinaria potenza di tenere gli uomini legati a questa terra per trarre quanto di buono e bello sia nelle cose. E nelle persone.