Descrizione
Titolo: Coesione e sviluppo territoriale. L’approccio integrato in Sicilia
Autore: Francesco Grimaldi
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 312
Prezzo: € 16,00
ISBN: 978–88–99981–32–7
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno pubblicazione: 2018
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“Un giorno anche la Sicilia decollerà…
Sono oramai gli anni del futuro
e alto è il canto e il muro del tempo precipita.
La fionda scatta”
(C. Doglio, L. Urbani – La fionda sicula
Quale strategia per lo sviluppo regionale?
Occorre prendere atto, con onestà, del fallimento di tutte le ‘visioni strategiche’ che hanno guidato le scelte di programmazione regionale, a partire dal secondo dopoguerra e dal sogno di una Sicilia industrializzata (per intenderci, quella dei poli industriali e delle centrali di raffinazione petrolifera).
A dire il vero, in questi ultimi anni è mancata una ‘vision’ in grado di orientare e concentrare gli sforzi progettuali; piuttosto, si è assistito alla dispersione in mille rivoli di risorse e interventi, ad una eccessiva frammentazione che ha portato ad un consumo smodato di suolo pubblico e privato (di superfici agricole in particolare).
Che tipo di strategia è dunque possibile ipotizzare per una Sicilia, che sia finalmente in grado di far leva sull’unicità e sull’irripetibilità delle risorse di pregio di cui dispone.
Questa ed altre domande necessitano di una risposta con- vinta e condivisa, compito precipuo del decisore politico.
La centralità geografica della Sicilia nel Mediterraneo (grande piattaforma logistica) è ridotta spesso a ‘luogo comune’, non corroborata da decisioni conseguenti a livello strategico e infrastrutturale e pertanto non in grado di orientare le scelte programmatiche e operative.
Cosa fare, ancora, di una Sicilia interna, depauperata, dissestata, desertificata, disabitata, assaltata dal nuovo business delle energie rinnovabili? C’è ancora un futuro per i piccoli centri rurali? [pag. 18]
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La visione profetica di Carlo Doglio e Leonardo Urbani mantiene oggi, ancor più di ieri, una notevole forza propulsiva alla quale potranno ispirarsi principalmente le giovani generazioni, superando quelle forme di nichilismo e rassegnazione che rischiano di attanagliarne le risorse e le tensioni ‘ideali’…
…Saranno gli anni della fionda e del sasso, ma soprattutto dello sprigionarsi delle energie… Gli anni che il silenzio diventa brusio di azioni minute, collettive; gli anni che la diffidenza diventa apertura e mutuo appoggio…sono oramai gli anni del futuro..
Questa intuizione, seppure datata, può essere in grado di guidare, in questo preciso momento storico, il processo di sviluppo regionale, facendo evolvere il sistema Sicilia verso un livello più elevato, purché si ‘liberino’ le energie dei luoghi e delle risorse umane e relazionali che essi sono in grado di esprimere.
Lo sviluppo ‘dal basso’ può fare emergere le ‘eccellenze’ produttive e culturali, vero punto di forza sul quale fondare il vantaggio competitivo della Sicilia e la sua specializzazione intelligente; ma è necessaria una forte azione di indirizzo e coordinamento che compete all’Amministrazione regionale, per la quale è improcrastinabile l’avvio di una profonda ri- forma organizzativa.
Questo sviluppo ‘dal basso’ possiede oggi gli strumenti per potere esprimersi a pieno, ovvero gli strumenti della rivoluzione informatica e telematica che permettono di inserirsi nel contesto della globalizzazione, non tanto per omologarsi, quanto piuttosto per affermare e valorizzare il proprio capitale identitario, sia culturale che produttivo. [pag. 20]