Descrizione
All’ombra dell’albero della vita
Pagine: 216
Questo lavoro vuole essere una sorta di viaggio nel paese dell’utopia contadina.
È dedicato ai contadini: i pagani, i servi della gleba, il quarto stato. Non agli smodati estrattori di cibo dalla terra e quindi ai latifondisti e alle multinazionali che prendono più del dovuto dalla terra, ma ai veri contadini a quelli che portano gli scarponi intrisi di fango, che esibiscono con orgoglio i loro calli, che convivono con gli insetti, con i serpenti e con le erbacce.
I greci ponevano come basi della loro civiltà Omero ed Esiodo. Omero cioè la prepotenza e la violenza, le armi come legge risolutiva, la vita da caserma come ideale, cioè la legge del più armato, ammantando il tutto con un finto realismo e con una religione (le leggi divine) come lettura violenta ed evoluzionistico-sopraffattiva della natura (la cosiddetta legge del più forte): il predone, il pirata, il bottino, il bell’imbusto, Rambo, Hitler, i campi di concentramento, l’inquisizione come ideale.
Esiodo invece rappresenta la convivenza regolata dall’accordo (le leggi umane), il lavoro come ricchezza emotiva e non come servitù, l’orgoglio dello sporcarsi le mani (la poesia dell’essere contadino o artigiano).
La distanza tra Omero ed Esiodo può essere sintetizzata da un’immagine presa dal mondo delle
api: Omero canta le gesta dei fuchi, Esiodo delle operaie e della regina. I contadini toscani la differenza l’ hanno sintetizzata con ironia nella parola bottino che da una parte è il frutto raccolto dal guerriero dall’altra è anche il deposito, il risultato degli escrementi.
È dedicato ai contadini perché sono anche il sale della terra, il lievito della sopravvivenza, perché sono gli unici che possono salvare il pianeta convivendoci, perché come servi della gleba sono quelli che vivono più vicino al fango, alla terra, alla natura.
Infine è dedicato ai contadini perché acquisiscano coscienza della loro potenza e orgoglio per il loro mestiere, perché si ricordino sempre che sono l’ultimo chiodo della carrozza, cioè il perno (Yggdrasil) che tiene insieme la società umana, la vita, la terra.