Descrizione
L’ultima parte della notte
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“Il pensiero saltava di qua e di là davanti alla siepe come una
lucciola, sembrava lui stesso in gabbia, alla ricerca di fessure o
di qualche buco per farci passare una persona, un corpo per ora
inesistente, per lui, solo pensiero, non ci sarebbe stato bisogno
di fenditure, lui già tutto vedeva.” [dalla quarta di copertina]
” Anna non ha mai fatto nulla per pubblicare questi racconti eppure quando la sorella Bruna ha deciso di farlo sin da subito la sensazione è stata che Anna ne avrebbe accolto con favore l’idea, lei stessa li ha più volte ripresi, corretti, ricopiati, conservati per anni.
Anna infatti scriveva con facilità, ma rivedeva, rifiniva, rielaborava a lungo e questo processo era per lei fondamentale perché significava sfrondare i testi da orpelli e parole superflue permettendo a quelle rimaste di gemmare appieno.” [dal Prologo di Francesca Scarapellini]
“Molte persone proclamano di amare la vita. Spesso si auto ingannano in buona fede, confondendo l’amore con un edonismo vuoto e vacuo che, in realtà, porta a consumare la vita futilmente o, nelle evenienze peggiori, a distruggerla.
Anna detestava le luci della ribalta. Era indifferente al successo e alla mondanità. Mostrava fastidio nei confronti dell’effimero e del superficiale. Non poteva essere altrimenti, poiché amava veramente la vita, in modo assoluto e appassionato. Ed amandola, proprio per non sciuparla, cercava di coglierne, con umiltà e dedizione, gli aspetti fondamentali. Ne voleva scrutare, con interesse e fermezza risoluta, i lineamenti misteriosi e profondi.
Anna ricercava l’essenza delle cose, l’anima più nascosta e più preziosa delle persone. Alle radici della sua ricerca però, come si conviene ai più acuti osservatori dell’anima, collocava la visione del proprio microcosmo di emozioni, sentimenti, pensieri, esperienze.” [dalla postfazione di Francesco Argento]
L’ultima parte della notte