Descrizione
Il Premio Letterario Scammacca
Quale il senso di un premio letterario dedicato ad un artista antinormativo come Nat Scammacca? Vi è forse un aspetto inconsueto nell’idea di celebrare la figura di un irregolare delle lettere, in polemica con ordini e sistemi dominanti, e di prestare attenzione, con una lettura mirata su odierne forme inventive, a temi e modalità in cui cogliere interessanti fili di ricerca. Sembra quasi delinearsi una superficie inclinata che vede in equilibrio oggetti e forme non perfettamente allineati, anzi da correlare in uno spazio fluido.
Da un lato la volontà di tenere viva la memoria di un protagonista dell’Antigruppo, che, insieme ai compagni del nuovo progetto artistico, – Terminelli, Cane, Certa, Apolloni, Diecidue, Zavattini – ha rimodulato un’idea di letteratura come prassi di opposizione politica e come sperimentazione culturale. E ancora, l’intento di ripensare all’attività di un intellettuale che ha praticato una scrittura dissonante, tesa ad erodere funzioni decorative, per incrementare, con la chiarezza delle immagini, riflessioni e contrasti. Dall’altro costruire un laboratorio in cui osservare, attraverso i materiali esaminati, i processi di combinazione espressiva, propri del nuovo millennio, tra materialità e fattualità immaginativa.
In linea con la mobilità del percorso letterario di Nat Scammacca, connotato da instabili confini geoculturali, tra Sicilia e America, – sikano-americano amava definirsi lo scrittore ericino -, tra avanguardie e memoria letteraria – fino a rimodulare, nelle sua opera, spunti e temi mitopoietici -, il premio intende dare risalto a testi, in versi e in prosa, capaci di superare con movenze fantastiche, accensioni di verità o ‘barlumi di senso’, per comporre trame stilistiche, raggrumate o distese, capaci di accendere emozioni e tensioni cognitive.
Flora Di Legami
presidente della Giuria del Premio
Internazionale Letterario e Artistico “Nat Scammacca”
Forse il mio sogno è anche il tuo
Forse il mio sogno è anche il tuo!
In un mondo in cui tutti sono contro tutti, che ci stanno a fare i poeti?
È la domanda che tutti si pongono. Io no. I poeti hanno un solo torto: quello di non formare un “esercito” reclutando l’umanità intera.
Immaginate una marea di gente dell’Est e dell’Ovest impegnata in una battaglia al grido di tre parole: Pace Libertà Verità! Immaginate! Immaginate!
Un vero esercito che si impegna a lottare contro i prpotenti, gli imbroglioni, gli ipocriti politici e non. Contro le multinazionali del cibo, delle armi, etc…
Immaginateli con vestiti e visi di tutti i colori marciare insieme contro le cattiverie del mondo e porgere una mano a quanti chiedono aiuto. Sì, poeti. Vivano i poeti che possano un giorno salvare il mondo.
Descrivete il più bel tramonto che vedete, l’amore più grande che conoscete, fermatevi a guardare un fiore, una farfalla, una nuvola, ne avete tutto il diritto.
Continuate a scrivere, a recitare, a immortalare le vostre emozioni,
continuate a curare il mondo.
Io non scrivo poesie, ma ho conosciuto un poeta a cui ho dedicato tutta la mia vita.
Sono la moglie di Nat.
Nina Di Giorgio, moglie di Nat Scammacca
Nat Scammacca a Erice
L’omaggio della Città di Erice a Nat Scammacca, con l’ideazione e la promozione, insieme all’editrice Arianna Attinasi, del Premio a lui dedicato, non è la “ricompensa” per quanto di bello Scammacca ha fatto e scritto per Erice e grazie ad Erice.
Il senso della nostra iniziativa è, piuttosto, quello di favorire la cultura a tutto tondo, attraverso il dialogo fra le diverse forme di arte ed il confronto tra le letterature di tanti popoli, il tutto all’insegna di una filosofia che privilegia la “base”, i cittadini e non i vertici di un certo potere editoriale.
Questa, cioè quella della “democrazia della e nella cultura”, è stata, in fondo, la battaglia di Nat Scammacca, non solo come poeta, scrittore ed intellettuale sensibile e delicato, ma anche come polemista ed instancabile cassa di risonanza sulla terza pagina del settimanale “Trapani Nuova”.
Il successo del Premio ci onora e rende possibile credere che la figura di Nat Scammacca continuerà a suscitare sempre maggiore e meritato interesse.
Laura Montanti, assessore alla Cultura del Comune di Erice
L’attualità “anti” degli antigruppo.
Nat aveva capito perfettamente che il tempo dei gregarismi era finito e che la crisi (crisi dei blocchi e degli assetti economico-sociali delle parti), in corso d’epoca, aveva portato alla ribalta la vitalità e il valore delle singolarità e del risveglio culturale e politico della società. Ma temeva fortemente che il pluralismo, le libertà e i diritti della modernità stessero per collassare, e che il fenomeno metteva a rischio il nesso sociale quanto il senso del bene comune. E qui, credo, trovi il suo giusto senso l’invito della poesia L’io nel noi e l’avversione per l’establishement.
Perché l’Antigruppo è stato e voleva essere, come diceva Sartre, un “gruppo in fusione” e un “appello alla libertà”; un contatto vivo e permanente con le masse senza massificare la poesia ed evitare le secche dell’artistocrazia dello sperimentalismo formalista. Bisognava, come scriveva Garcia Lorca, sporcare la poesia nella prassi, una pratica che prima di allora non era considerata onorevole.
Sono i ventun punti di Una possibile poetica per un Antigruppo di Nat Scammacca: «Che la poesia sia principalmente una ricerca dell’esistenza e dell’uomo nella esistenza, con l’intento di scoprire una strada pragmatica (…) per la sopravvivenza dell’uomo per la creazione di scopi valevoli per continuare l’esistenza.
Che l’uomo trovi eventualmente la sua eternità nella stessa esistenza e non annulli se stesso nella incomunicabilità, nel nulla, nel silenzio»
Antonino Contiliano, dalla Lectio Magistralis alla cerimonia di
Premiazione, Erice, Palazzo Sales, 20 Giugno 2014