Il nuovo libro di Nicola Schicchi, Giacinto e Riccardo Schicchi. La famiglia, gli aerei la pornografia.
Nicola Schicchi, già autore del libro sul prozio l’anarchico Paolo Schicchi, prosegue con la storia della sua famiglia, continuando a scavare nell’archivio che gelosamente custodisce.
In libreria il volume Giacinto e Riccardo Schicchi.
In questo secondo libro della saga di famiglia, egli parla dello zio Giacinto, grande aviatore del Novecento, e del di lui figlio Riccardo.
“Riccardo Schicchi per intenderci, come dice nella prefazione Antonino Cicero, il regista a luci rosse, “creatore” di attrici divenute personaggi – Cicciolina, Moana… – e marito dell’affascinante Eva Henger. Ancora una volta, quindi, dopo il primo Paolo Schicchi. Storia di un anarchico siciliano, ritorna una storia familiare raccontata da “uno di loro”, dall’interno, fin dove è stato permesso. Perché a un certo punto, quel gruppetto è volato via, letteralmente, divenendo i contatti sempre più radi e difficili – per volontà o per circostanze indipendenti – lasciando all’archivio di famiglia e ai ricordi, le ultime parole e gli ultimi dettagli inediti.”
Giacinto nasce a Collesano nel dicembre 1916, il giorno di Santo Stefano. Ultimo di undici figli, e divenne l’orgoglio del padre Cocò, direttore didattico, e della madre Carmela. Crebbe nel fascino dei miti dell’epoca, maturando l’amore per il rischio, e divenendo così un eroico aviatore di Stato. Ufficiale della marina e dell’aeronautica, e quindi arruolato, in guerra. Egli sposò Giuditta.
Riccardo, il secondogenito della coppia, nel 1967, studentello di un liceo scientifico romano,
è espulso da scuola per condotta indecorosa, avendo messo in atto un piano scabroso, che suscitò scalpore e riprovazione tra i docenti e i genitori. Per sua sfortuna, fu sorpreso a spiare, pur non visto, le parti intime delle compagne mentre usavano i servizi igienici a loro riservati. L’ingegnoso liceale realizzò l’opera praticando dei fori strategici nella parete della contigua toilette maschile. Lo spettacolo pruriginoso era offerto ai compagni fidati, pure sospesi dalle lezioni. Costretto a lasciare il liceo, Riccardo non si perse d’animo e s’iscrisse all’istituto artistico, più congeniale alle sue travolgenti inclinazioni. Si diplomò regolarmente, dispiegando un talento naturale per la fotografia, disciplina che lo attraeva e che, in seguito, avrebbe saputo ben utilizzare. [pag.89-90].
E infine, ventenne, conobbe Ilona Staller… acquista
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