Marcello Pacifico, Nello specchio dell’anima. poesie e racconti

10.00

Descrizione

Titolo: Nello specchio dell’anima. poesie e racconti
Autore: Marcello Pacifico
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 72
Prezzo: 10,00
ISBN: 9791280528544
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno: 2024

Al lettore

Fin dalla giovane età sono rimasto affascinato dalla lettura di classici internazionali (Leopardi, D’Annunzio, Wilde, Hesse, Baudelaire, Flaubert, Goethe) dai quali mi sono sentito stimolato a scaricare sulla carta le inquietudini e le passioni dell’adolescenza, quasi un intimistico dialogo con un rassicurante diario.
Nell’anno 1995 mi giunge il premio internazionale per giovani poeti e romanzieri della casa editrice “Il Libro Italiano” su una proposta editoriale del corpus “Aforismi e versi giovanili” e del romanzo “Il Crepuscolo di Ogni ideale” (1992-1995), tuttora inediti, che sono seguiti dalla composizione di un breve racconto “Una lucida pazzia d’amore” (1996) che apre la presente raccolta.
Negli anni successivi, parallelamente al conseguimento del diploma di maturità classica, cui seguivano gli studi universitari con la laurea in Lettere moderne, una specializzazione all’insegnamento per l’abilitazione in materie letterarie presso la scuola secondaria, un dottorato di ricerca in Storia e archeologia medievale, proseguivo nella creazione poetica lasciandomi influenzare molto dalla lettura di Montale e Pirandello.
La tradizione tentava di impreziosire la mia produzione e immagini fugaci a tinta impressionistica si accompagnavano alla lettura ermetica della realtà. Una metafisica della parola cominciava ad affiorare tra versi che diventavano sempre più attenti alla vita dell’uomo nel ricordo, nel sentimento, nella riflessione di una sicilitudine attenta al soccorso della storia.
     A questo periodo, appartengono le 10 poesie qui pubblicate nella seconda parte dell’opera.
     Negli ultimi 15 anni, sempre più impegnato nell’attività sindacale quale dirigente sindacale di parti sociali rappresentative (Anief, Confedir, Cisal, Cesi) e accademiche quale studioso di storia medievale, ho interrotto la produzione poetica, che è divenuta occasionale, per riprendere nell’ultimo anno grazie a nuove suggestioni aperte alla spiritualità, alla meditazione, alla introspezione, alla natura, all’uomo, all’intelligenza artificiale.
     Queste poesie, senza titolo, quali specchio dell’essere anima, oggi pubblicate, rappresentano il corpo centrale della presente opera e la sua parte conclusiva.                                                                      L’autore

Prefazione

Gli oggetti, gli eventi, le sensazioni, i desideri che costituiscono i tasselli di questa creazione poetica nel lettore stimolano una doppia meraviglia.
     La prima è quella dovuta al fatto che non ti aspetti di trovare poesia in una persona che conosci in quanto iscritto o simpatizzante di un sindacato del quale approvi e condividi le battaglie a tutela dei diritti umani, sociali ed economici dei lavoratori e delle lavoratrici del settore scolastico, dell’alta formazione coreutica e musicale, dell’università e della ricerca.
     Una persona comunque molto attiva nel campo culturale, in un mondo, quello contemporaneo, che corre il pericolo di avvitarsi verso lo stravolgimento del valore dell’umanità che abbiamo conosciuto e vissuto.
     E se cresce sempre più il numero di chi contrasta quella globalizzazione dedita esclusivamente al disumanizzante asservimento del melting pot all’interesse dell’andamento dei mercati, lo sviluppo di sua maestà, l’Intelligenza Artificiale, apre nuove sfide, paure, opportunità per il suo creatore, quell’homo sapiens che si è imposto nella natura animale e vegetale. Sarà insomma difficile per l’AI disumanizzare il mondo se l’attuale dominatore non rinuncerà a combattere.
     E a ben leggere questa breve raccolta rappresentativa di una produzione letteraria che ha accompagnato l’autore per trent’anni, tra vecchio e nuovo millennio, sembra molto probabile che, ancora una volta, a vincere la sfida possa essere l’uomo con la sua poesia!
     Bando alla sfiducia! La poesia salverà il mondo.
     La buona poesia ovviamente, come questa del Nostro. Poesia che non confonde certo le acque, come fa quella, cattiva, asservita alla cosiddetta comunicazione di marketing, e artefice non solo di rumori degradanti, ma anche di quella esasperata invasione del campo spazio-temporale, salottiera, ammaliatrice, accecante, fino a far perdere il lume della ragione.
     La seconda meraviglia è che Marcello Pacifico non solo ha scritto e scrive poesie, racconti, romanzi, ma è un ottimo poeta.
     Se infatti è poesia quella costruzione letteraria frutto di un telaio di pensiero necessariamente non banale, ma divergente e imprevedibile, dove le trame e gli orditi che compongono sono usati come fili, ecco che oggetti, eventi, emozioni, situazioni, messaggi colti dall’esperienza sensibile e razionale sono presentati al lettore vivi, come specchio di ogni anima, in una poesia che cerca di eternizzare il sentimento di un uomo attento al richiamo della natura, assiso nel pensiero senziente, educatore ancora.
     Il poeta produce testi che sembrano tele, nelle quali le emozioni che lo stimolano si mesciano magnificamente tra parole, ritmi, respiri, pause, riprese, simbolizzazioni, impressioni, asserzioni, evocazioni, che stimolano a loro volta nel lettore altrettante forti sensazioni, sorpresi straniamenti, giudizi positivi pervasi da speranza e passione.
     Questa opera è in definitiva un alto esempio di trascrizione di pensiero emotivo, prodotto da una mente propositiva che conduce il lettore a fare esperienza di un insieme coerente di aperture creative che conducono l’immateriale spirito umano ad apprezzare la vita.
     L’acqua e la terra, quegli elementi che a detta di Eliot per- mettono la nascita della poesia stessa, la fanno qui da padrone, in compagnia del cielo, del sole e della luna, con il viaggio, il mito, il sogno di quelli che lui chiama “canti travestiti da pa- role”, e il tutto si svolge nel pieno di una sottostante atmosfera contemporanea metropolitana, non aliena dalla più avanzata urbanizzazione e magari densità abitativa, dove non si può fare a meno di ricorrere, senza nominarla, alla nostalgia del vero “green”, come leggesi qui:

(…) foglie d’acanto lasciavano i segni di un paesaggio appena sognato dove le cure diventavano pace sotto un salice dolcemente vergato (cfr. La miniatura).
Dove può avvenire che Si squarcia di colpo della storia la tela / Tra lame spezzate e rivoli fuggenti (cfr. Il cavaliere); o che Babele oscilla tra nuvole e onde /L’uomo si perde tra falchi e molluschi… (L’umanità);
come anche: Pietà chiese lo stanco carnefice / per osservare il riposo del cielo / ma la spada invidiava la luce / e il suo cuore fu gettato all’inferno… (cfr. La Baronessa di Carini).
E in questi tempi tecnologici che vanno incontro all’IA, il poeta Pacifico affida alla pagine un certo sapore di silenzio, nel respiro del ritmo della natura: Librarsi e ritrovare in ogni alba il palmo del proprio destino, / ritirarsi e trovare rifugio nel tramonto durante il cammino (cfr Terza Parte -1); magari perdendosi … nella notte dei tempi per ritrovare in quella piccola luce la tua anima, (Terza parte – 2); oppure: Ritrovarsi nell’oceano per rivivere un nuovo cammino, (Terza parte – 11).
     Mosso ci sembra l’autore, e noi con lui, nell’oscillazione tra la padronanza del sé e l’intelligenza contemplativa dell’uomo tra gli elementi, come si legge nell’ultima composizione.
     E se sono proprio l’acqua, la terra, l’aria, il fuoco a comporre i fili dell’incanto poetico, quell’incanto che il Nostro ci induce a provare anche quando intitola un canto a La Baronessa di Carini, mostra l’orgoglio di essere quel siciliano cultore del pensiero, mitico e razionale, di cui profuma la sua regione.
     Egli, Marcello Pacifico, si dimostra cultore della tradizione di Empedocle e Pirandello, non confonde la storia con lo storytelling turistico, smentisce il presunto destino di condanna dell’Isola all’ascarismo, e lo dimostra con questi versi e con la sua azione civica continua, in quel sindacato Anief che ha fondato a Palermo, città meritevole di parlare con dignità alla nazione, all’Europa e al mondo.
     Più poeta di così? Aspettiamo con ansia di leggere nuove sue ispirazioni e continueremo a seguire e appoggiare le sue lotte per la costruzione di una società più giusta, equa e solidale a partire dalla nostra terra sempre al centro di uno spazio euro-mediterraneo, già globale.
Pietro Attinasi

 

 

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 21 × 15 × 0.5 cm