Luciano Schimmenti reinterpreta Giuseppe Antonio Borgese: L’Anti Zarathustra. 2 maggio 2022 Presentazione al Parco delle Madonie.
L’Anti Zarathustra.Tempesta nel nulla di G.A.Borgese, il libro che pubblica i risultati della ricerca di Luciano Schimmenti sull’evoluzione del pensiero di uno dei più grandi intellettuali, professori, autori, giornalisti, pensatori del Novecento, siciliano nativo di Polizzi Generosa, verrà presentato nella sede dell’Ente Parco delle Madonie, a
Petralia Sottana, Corso Paolo Agliata n.16
il 2 maggio 2022 alle ore 17.00.
Ne discuteranno, con l’Autore:
Angelo Merlino, Presidente del Parco;
Gandolfo Librizzi, Sindaco del comune di Polizzi;
Arianna Attinasi, editrice;
Michael Poole, giornalista, regista, produttore della BBC di Londra;
Tommaso Romano, Presidente dell’Accademia di Sicilia;
Ida Rampolla del Tindaro, Presidente della Biblioteca Lancia di Brolo.
Il libro gode in esergo della preziosissima testimonianza di Penelope S., nipote del Grande Polizzano, che riportiamo integralmente :
Buongiorno Luciano,
ho letto, non posso che definire NOTEVOLE il tuo acume e la tua capacità di osservazione e analisi, frutto di profondo intuito ovviamente intensificato dal tuo amore per la scrittura, l’arte e l’immagine. Immagine che prende corpo nella percezione dell’importanza dei luoghi che Borgese attraversa e giustamente confrontati interiormente per l’amore per i propri di luoghi (Polizzi) che poi sono anche i tuoi luoghi… ecco perché anche tu, autore, riesci a SENTIRE perfettamente i moti interiori del Borgese che ti spingono all’analisi profonda della sua opera (Tempesta nel nulla) da dove si traggono a 360 gradi tutte le sfumature ideologiche, letterarie, critiche e introspettive del Borgese.
Grazie caro Luciano di queste perle, che mi hanno permesso di riaccostarmi alla figura del Borgese dopo tantissimi anni dalla conclusione del mio processo di studi.
Ora attendo che esca il tuo saggio per poter godere dell’appagamento della sua lettura. Grazie delle anteprime che generosamente mi hai donato… sarò felice di apprezzare l’accostamento al novello Zarathustra e le similitudini tra l’uomo Borgese e l’uomo Rubè. Dalla tua premessa si evince l’impostazione del saggio che mi sembra ben distribuito e sequenziato, che spazia da un punto all’altro in un ampio e profondo respiro.
Grazie della fiducia, aspetto con curiosità e sono tanto felice… e buona giornata tra gli splendidi colori del nostro autunno, il Borgese apprezza sicuramente l’incanto dal suo angolo di infinito.Mi sono immedesimata nel tuo stato d’animo dentro “la libreria del tempo” sarà stato splendido cercare e trovare tra quei tesori. Per un “ricercatore” di emozioni le “librerie del tempo” sono luoghi magici, lì ci si sente come Alice nel paese delle meraviglie.
Penelope
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa mai può entrarci un Parco Regionale con un libro di filosofia. La risposta è tutta da scoprire nel ruolo che la montagna giochi nella vita del Borgese, sia come luogo di vacanza: in Svizzera, le sue “salite” in Engadina; sia come luogo di memoria: la sua Sicilia, le sue Madonie.
Leggendo il libro di Schimmenti, che non è nuovo alle pubblicazioni, basti leggere la sua nota bio-bibliografica, ci si renderà conto di come il suo occhio di fotografo ben si presta a scrutare a fondo le immagini che coglie, sia che contengano paesaggi: la natura viva; sia che contengano pensieri, idee, ragionamenti.
Il volume ripubblica in appendice, nell’edizione originale del 1931 il romanzo Tempesta nel nulla, presa dalla copia n. 1337 di 2910, acquistata dall’autore nella Libreria del Tempo di Messagno durante il suo viaggio in Svizzera, sulle orme di Nietzsche e di Borgese, avvenuto nell’estate del 2011, in compagnia della figlia.
Umiltà e fortuna che aiuta gli audaci vollero che il fiuto del segugio Luciano Schimmenti risolvesse un problema di interpretazione del testo, con meraviglia degli accademici, e i critici di professione. Ecco cosa scrive Schimmenti alle pagg. 26-27:
Rileggendo il racconto di Borgese, nella sua prima edizione, placai anche una mia curiosità. Nella ristampa del 1950 avevo notato una frase che non riuscivo a comprendere e che mi sembrava una citazione, piuttosto imprecisa, della Divina Commedia di Dante: «Io so bene che l’intelletto umano non può intuire le cose eterne, né del mio intelletto oserei dire ch’esso allora si profanasse tanto “che retro la memoria non può ire”.»
Mi ero chiesto che senso potesse avere quella citazione. Possibile che una mente si possa profanare? In che senso?
Era un errore di trascrizione, un semplice errore cambiava il significato dal testo originale. Nell’edizione del 1931 tutto era chiaro, combaciava e assumeva una logica perfetta nell’intero svolgimento del romanzo: «Io so bene che l’intelletto umano non può intuire le cose eterne, né del mio intelletto oserei dire ch’esso allora si profondasse tanto “che retro la memoria non può ire”.»
Per quanto ricco e pesante il “nostro Bagaglio” e per quanto profondi i nostri ricordi, non riusciremmo ad andare oltre la nostra diretta esperienza. Non potremmo “viaggiare” oltre i limiti del tempo della nostra vita.
Che il tempo e le date fossero degli elementi importanti, nella trama del “romanzo”, mi fu abbastanza chiaro.
Estendendo la mia ricerca in tale direzione, la coincidenza mi parve quindi assai singolare. Un libro trovato fortunosamente in Svizzera nella “Libreria del Tempo” e un racconto, ambientato poco distante, dove un errore di trascrizione fuorviava il senso di quei ricordi che sarebbe impossibile “rivivere” spostandosi oltre i limiti del tempo imposti alla condizione umana. Questi elementi, sommati agli indizi delle date temporali forniteci da Borgese, ormai mi portavano a ritenere che avevo abbastanza per pro- seguire il percorso intrapreso.
Grazie, Luciano.
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