Il borgo dei borghi 2020. Dal 1 novembre 2020 al 21 aprile 2021 I Borghi più belli d’Italia in gara su Rai 3 per l’assegnazione del titolo.
L’Associazione I Borghi più belli d’Italia scrive tra l’altro nel proprio Statuto che:
“La rete de I Borghi Più Belli d’Italia è un bene storico e culturale del Paese ed ha come oggetto e scopo:
– fare della bellezza l’elemento fondamentale sul quale basare lo sviluppo della comunità locale;
– riunire e collegare in un circuito d’eccellenza i Comuni che – rispondendo ai criteri stabiliti nella Carta di Qualità, sono classificati come I Borghi più belli d’Italia;
– diffondere presso l’opinione pubblica nazionale e internazionale la conoscenza delle bellezze della provincia italiana;
– rendere i pubblici poteri consapevoli della necessità di conciliare il rispetto del patrimonio culturale ed ambientale con la necessità dello sviluppo economico, promuovendo l’occupazione ed il miglioramento della qualità della vita degli abitanti, soprattutto per quanto riguarda i piccoli Comuni”.
Questa rete, sorta nel 2001 per iniziativa dell’ANCI, promuove, d’intesa con Rai 3, nell’ambito della trasmissione Alle Falde del Kilimangiaro, il programma Il Borgo dei Borghi: una gara per assegnare di anno in anno il titolo di Borgo più bello tra i belli.
Quest’anno, ne dà notizia il Sindaco (vedi qui), a rappresentare la Sicilia nella competizione che si svolgerà nelle varie puntate della trasmissione televisiva su Rai 3, tutte le domeniche, dal 1 novembre prossimo al 4 aprile 2021, sarà il Comune di Geraci Siculo, una delle quindici gemme del Parco delle Madonie.
Comune dove ha sede la nostra casa editrice e dove nascono i nostri libri. La cosa ci riempie di gioia.
Non da ora d’altronde abbiamo vantato l’appartenenza del nostro paese al circuito dei Borghi più belli d’Italia, basti andare alla pagina del nostro sito dedicata alla Mission (vedi qui).
Per quanto riguarda le precedenti edizioni, la Sicilia sulle otto già svolte, ne ha vinto la metà: nel 2014 con Gangi (Pa), nel 2015 con Montalbano Elicona, nel 2016 con Sambuca di Sicilia, nel 2018 con Petralia Soprana, E di queste quattro vittorie siciliane, come si vede, due sono andate alle Madonie. Questa sarebbe la terza volta che le nostre montagne, legate in continuità territoriale con l’Etna e con i Nebrodi, partecipano alla gara e possono ancora una volta salire con Geraci e la Sicilia sul podio.
Facciamo dunque appello non solo a tutti i Siciliani, sia a quelli che abitano in Sicilia, che a quelli che stanno fuori per lavoro, per studio o per piacer, ma anche a chi in tutta Italia ama la nostra Isola del Sole: non perdiamoci la Bellezza, guardiamoci attivamente la trasmissione e sosteniamo con il nostro voto Geraci Siculo, comune che certo non sfigura, quanto a titoli, per ben svolgere il compito di rappresentare l’intera Regione Siciliana.
Tanti sono infatti i meriti e le eredità geostoriche, culturali (materiali e immateriali, sociali economici, artistici, naturalistici, antropologici.
Basti pensare al fatto che nel glorioso Regnum Siciliae Geraci fu capitale della Contea dei Ventimiglia, che comprendeva al nostro Castello e Borgo anche le Terre e i Castelli di San Mauro Castelverde, Tusa, Gratteri, Gangi, Caronia, Collesano, Roccella, Montemaggiore Belsito, Belice, Resuttano, Castel di Lucio, castelbuono, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pollina, Sperlinga, Pettineo e tanti altri possedimenti, in tutte le attuali province regionali.
Conte di Geraci fu Giovanni I Ventimiglia, nominato Vicerè (1430) e Primo Marchese di Sicilia dal Re Alfonso d’Aragona, e che tanta influenza ebbe sul Parlamento più antico del mondo.
E, due secoli prima, Conte di Geraci fu l’antenato ligure Enrico Ventimiglia, che del luogo sposò la Contessa Isabella Candida (normanna), per volere dell’Imperatore Federico II (Stupor Mundi), di cui egli era nipote naturale. Quell’Enrico che Re Manfredi nel 1258 infeudò delle Petralie, e che fu poi nominato capitano generale in Italia e Vicerè della Marca Anconetana (1260).
Che dire infine di Francesco Ventimiglia, che prese in moglie (1315) Costanza Chiaramonte figlia del Conte di Modica Manfredi, e che ripudiò perché sterile (1321), inimicandosi così il di lei fratello che, d’accordo con i Palizzi, convinse il Re Pietro ad assediare il castello di Geraci (1 febbraio 1338).
E vi morì Francesco:
“Nel sito della tragedia è stato recentemente realizzato un affaccio panoramico, Il Salto del Ventimiglia, verso la profonda vallata, con una passerella in vetro che vuole far rivivere idealmente il salto nel vuoto del conte di Geraci”, scrive Giuseppe Antista nella Guida di Geraci in corso di pubblicazione per i nostri tipi editoriali.
In merito riportiamo i versi di Pietro Attinasi tratti da Cuntu di Serluni e di li Vintimigghia (vai al libro):
Sentenza di morti ci fu pi Franciscu!
E vinniru surdati assai
a scarpisari la terra di Franciscu Vintimigghia,
assediaru lu castieddru,
dopo ca Ganci, e Golisanu e Pitralia
si dettiru al l’invasuru.
U conti si vulìa arrenniri a lu Re,
u conti stava diciennu: – Sì, Maestà;
vi grapu la porta, basta ca mi lassati vivu.
Ma inumi di cursa affannatu lu Viscuvu
di Cifalù, Robertu Campulu, e ci dici:
– No, Franciscu, un t’arrenniri,
hai tanta forza di tanti surdati.
E Franciscu, senza ascutari la mugghieri
Margherita ca chiancìa e lu supplicava, dissi:
– Nun sia mai ca lu Vintimiggia
mori senza spata npugnu!
E accussì murìu,
vulannu cu lu so cavaddru
allavancatu di la Minnuliddra.
Vidìtilu,
nterra iè Franciscu, stinnicchiatu,
senza hiatu,
vucca aperta,
cori fermu,
patri,
muortu!
Margherita ci lu fici l’eredi,
curaggiu, Iraggisi.
Custanza ci dici li preghieri.
Paci all’anima sua.
U Signori si lu pozza pigghiari
e a nui un ni scorda!
Concludiamo con queste altre parole di Giuseppe Antista, prese ancora una volta da guida sopra citata: “I Ventimiglia svilupperanno un’azione politica nei confronti dell’intero Regno di Sicilia, esemplificata nella seconda metà del Trecento dal controllo sulle ricche città demaniali di Cefalù, Termini e Polizzi e dall’assunzione di numerose cariche pubbliche”, convinti del fatto che almeno questo, il legame storico tra Geraci e la Sicilia, non può non essere considerato come uno degli elementi caratterizzanti di tutta la nostra identità regionale.
Buona gara a tutti!
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