Santa Franco a Capo d’Orlando (Me) per la presentazione del suo romanzo Respiri di ginestra
Respiri ginestra, Santa Franco presenta il suo nuovo romanzo a Capo D’Orlando, Piazza Matteotti, venerdì 16 ottobre ore 18.30.
Condurrà l’evento il giornalista Antonio Puglisi.
Con i saluti del Sindaco dott.Franco Ingrillì e del Responsabile FF della Biblioteca Comunale dott.Carlo Sapone, relazionerà la prof.ssa Rosetta Vitanza.
Letture D.ssa Francesca Pietropaolo, Presidente dell’Associazione e Parlando.
“Respiri di Ginestra” nasce dall’amara suggestione di racconti di vita maturati dentro un ventennio tutto fascista, storie di umana sofferenza mai narrate, quelle che vengono definite come bassifondi della “Storia” riconosciuta in termini accade- mici, considerate di scadente valore storiografico se non addirittura ridotte al rango di mere operazioni nostalgiche e di parte.
Di certo la presunzione di elevare al ruolo di protagonisti e comprimari nomi sconosciuti, risulta un’operazione incline all’azzardo, comunque chi pensa di trovare in queste pagine un asettico racconto documentaristico di quegli anni, si troverà deluso, e sarà costretto a cambiare libro.
L’unica certezza che può essere confessata è riconducibile alla natura stessa del narrato, si rimanda tutto a una memoria a tratti diretta, spesso a una memoria riportata, un’antologia di volti sfogliati dentro pagine lontane che si propongono al lettore come riflesse dentro voci amiche che di queste storie conservano un vissuto.
Non a tutte le storie è stato riservato una sorta di pudore amico, si è preferito anche uno scetticismo ironico anche se garbato, mentre per altre la narrazione si è naturalmente dipa- nata verso una profonda ed empatica condivisione del dolore, spesso della paura, ma anche dello spesso condiviso bisogno di imperare; una gamma emozionale comunque complessa, in determinati momenti anche spietata, laddove, seppure nelle sue forme frammentate e frammentarie, si è voluto così demitizzare un ventennio con le sue miserie consumate dentro le iperboli di proclami, di dissonanze irregolari vissute come un inno alla protervia. Diventare, senza la pretesa di un “dire” assoluto e definitivo, uno strumento di chi adotta e fa proprio uno sguardo problematizzante verso quello spaccato di storia consumato dentro un perimetro umano, circoscritto a una provincia lontana, ma non per questo storicamente meno attendibile.
Qualcuno forse giudicherà questa narrazione come ideologicamente orientata, non era interesse di chi scrive dimostrare il contrario, né entrare a pieno titolo nel dibattito storiografico, il giudizio e la condanna verso quegli anni sono già stati ampiamente scritti dalla storia, piuttosto l’intento era restituire, dentro le pagine di un romanzo, la vita di quegli uomini e quelle donne che vissero dentro quegli anni e ne furono carnefici, acritici sostenitori non meno che inconsapevoli vittime. [dalla Nota dell’autrice]
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