Dolce Calma, Cesare Ippolito

A vent’anni

Quand’hai vent’anni e tutto il mondo intorno
che ti sorride, t’incoraggia e sprona,
tu pensi che a quaranta o a cinquant’anni,
sarai già vecchio senza più futuro.

Ma se tu arrivi a quella soglia d’anni
e ti riscopri ancora giovane e aitante,
tu pensi d’invecchiare a settant’anni
e, perché no, magari a ottant’anni.

E allor con ottimismo e grande lena,
fidando in un futuro radioso
basato sul lavoro e un grande amore,
t’accasi e metti al mondo figli
e giorno dopo giorno t’arrovelli
a progettare al meglio il tuo avvenire.

E se, grazie a Dio, arrivi a ottant’anni
i figli tuoi che ti voglion bene
t’assillan di consigli e d’attenzioni:
Sei vecchio, ormai, sei tanto delicato;
ti devi riguardare e stare attento
a non strafare come di consueto”…

E sempre giù la stessa “litanìa”.
E pensi con rimpianto ai dì passati
quand’eri sano e forte come quercia!

Ma, riflettendo bene, ti convinci
che sei persona molto fortunata
p’aver vissuto così lunga vita.
E ringrazi Dio per sì grande dono.

Se, poi, arrivi bene a ottant’anni,
tu speri d’arrivare a quota cento
pensando alla gran gioia collettiva
per festeggiare i primi tuoi cent’anni. continua