CATALDO GODANO

Cataldo Godano
La resa dei conti
di Beppe De Santis. La sconfitta della politica rispetto alla finanza.

La resa dei conti è scritto con tutta la passione che Beppe De Santis mette nelle cose che fa. Il risultato è certamente di grande impatto. La lettura è scorrevole e gradevolissima nonostante l’argomento tutt’altro che semplice: la storia di una battaglia politica tra due gruppi dirigenti del vecchio Partito Comunista Italiano. Un gruppo vince ed uno perde e chi vince porta il nostro paese allo sfascio totale a cui assistiamo attoniti.
Dice giustamente Screpanti è la lotta di classe all’interno del partito. Questo viene svuotato della sua base sociale trasformando il PCI nel partito delle riforme e del Job Act. L’analisi è lucidissima ed assolutamente condivisibile.
Ma il libro suggerisce, a mio avviso, molto di più. Racconta di una sconfitta ben più rilevante. Stiamo parlando della sconfitta della politica rispetto alla finanza. Il primato della politica viene, in quegli anni, sostituito con il primato dell’economia che sta assumendo sempre più una caratterizzazione di tipo finanziaria. La produzione di beni materiali viene sostituita, parafrasando un celebre titolo, dalla produzione di denaro tramite denaro.
I
l gruppo vincente non aveva gli strumenti culturali per rendersi conto di quello che stava accadendo ed il risultato è stato la consegna del nostro paese al dominio neo-liberista che peraltro imperava già in tutta Europa ad opera di una sinistra (soprattutto francese, ma poi anche britannica) che aveva rinunciato alle lotte per le rivendicazioni sociali convinti che il benessere sarebbe sorto spontaneo nell’ambito di un mercato “liberato” dai doveri del rispetto di alcune regole.
L’orrendo risultato si trova, ormai svelato, nella odierna impossibilità di sopravvivere per le classi meno abbienti. Si sarebbe potuto evitare tutto questo se avesse vinto l’altro gruppo? Difficile, direi impossibile, a dirsi.
Ma una cosa è certa. In quegli anni viene liquidata ogni speranza progettuale con una dichiarazione di guerra non alla povertà, ma ai poveri. E’ per questo motivo che la lettura de La resa dei conti risulta così gradevole, chiunque abbia vissuto quella speranza progettuale si identifica nella storia raccontata e vi riconosce la sconfitta di un’epoca.
Mi auguro che, a partire dalla pubblicazione di questo libro, si possa far rinascere quella speranza e quella voglia di fare. Io ci sono. Grande Beppe!!