IL VESCOVO DELLA RESISTENZA COMPATTA
Ricorre oggi, prima Domenica di Settembre, la festa della Madonna di Gibilmanna, Patrona della Diocesi di Cefalù.
Per l’occasione ricordiamo la figura del Vescovo di Cefalù Emiliano Cagnoni (Ancona, 17 ottobre 1884 – Cefalù, 28 settembre 1969), che nell’anno 1954 ne propose, e ottenne dal Papa Pio XII, la Proclamazione.
Lo facciamo sulla base del libro da noi pubblicato dal titolo Emiliano Cagnoni, scritto da mons. Santi Di Gangi, dallo stesso ordinato sacerdote all’età di appena 22 anni.
La pubblicazione ha il pregio di essere basata su notizie di prima mano, confidate dall’anziano prelato all’autore negli ultimi due anni di vita presso il palazzo vescovile della cittadina normanna, assolvendo da giovanissimo prete il gravoso compito di assistente e infermiere personale del vescovo.
Ci dice dunque il Nostro che “Emiliano Cagnoni… nato dall’ingegnere Gesualdo Cagnoni e dalla signora Barbara Giaccaglini… Il 19 settembre 1908 fu ordinato presbitero e svolse per 3 anni il ministero ad Ancona… Nel 1911 il futuro Papa Benedetto XV, Mons. Giacomo Dalla Chiesa, Arcivescovo di Bologna, lo richiese nella sua Diocesi e gli affidò la presidenza della commissione per gli affari giuridici. Ne aveva probabilmente conosciuto le doti e la competenza al Collegio Capranica dove anch’egli era stato alunno e continuava a frequentare nel tempo dell’ufficio alla segreteria di stato…”
Apprendiamo così che il Vescovo Cagnoni, prima di giungere a Cefalù aveva conosciuto da vicino lo SQUADRISMO FASCISTA e lo aveva combattuto con quella che nel libro viene chiamata “UNA RESISTENZA COMPATTA“, probabile causa del suo trasferimento forzoso, come punizione, nella lontana Sicilia, su richiesta di Mussolini stesso.
Scrive a tale proposito il nostro Autore alle pagg 33-34:
In questioni complesse di natura giuridica manifestò la grande competenza insieme con acume e destrezza. Questa attività ecclesiastica così creativa e incisiva si svolgeva in un contesto di violenza e prepotenza del peggiore squadrismo fascista. Era la Romagna e in modo particolare il ravennate, teatro della azione spregiudicata di Italo Balbo che agiva per mezzo del gruppo, chiamato Balbiano.Leggi tutto: I libri che nascono sulle Madonie a Gibilmanna
Vittima illustre di un agguato fu il parroco di Argenta, don Giovanni Minzoni. Il vicario Cagnoni, con energia e determinazione, organizzò una resistenza compatta delle associazioni cattoliche che tenne testa e mise soggezione allo squadrismo. Durante quegli anni subì tre aggressioni di cui uscì indenne.
Corse voce che Mussolini stesso intervenne perché fossero sospese quelle continue azioni contro quel prete che era stato suo commilitone nella grande guerra. Ma presto avvenne lo scontro clamoroso stavolta sul terreno giuridico. Ne amava evocare spesso il ricordo con commozione perché vi sentiva l’intervento positivo della Provvidenza.
Una suora era stata accusata (calunniata), di aver partorito un bambino e di averlo ucciso. Ne fece clamore la stampa del regime. Il Vicario Cagnoni sostenne tutti i gradi del processo fino alla piena formula di assoluzione. Stavolta sembra che Mussolini abbia ritenuto intollerabile la umiliazione.
Non possiamo addentrarci in illazioni senza documenti; sta di fatto che in seguito a questi avvenimenti, una convocazione a Roma gli conferisce il compito e la nomina di Amministratore Apostolico nella profonda Sicilia, a Cefalù. Ed egli venne.
Altri libri che i lettori possono trovare al Santuario:
MARIANO CAMPO. Il prete che interrogò Kant, di Santi Di Gangi;
GIOVANNI SOTTILE. Educatore, maestro, testimone. Antologia di scritti;
LA BELLEZZA DEL VOLTO DI DIO, di Santi Scileppi




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