La città e il desiderio. Cefalù. Ermeneutiche del progetto urbano, di Marcello Panzarella.
Il libro sarà presentato giovedì 23 marzo alle ore 16,30 a Palermo, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, Corso Vittorio Emanuele 429.
Interverranno
Margherita Perez, Direttrice della Biblioteca;
Danilo Maniscalco, Architetto storico e critico dell’architettura;
Marcello Panzarella, Autore.
<< Questo libro raccoglie alcuni miei scritti, disegni di progetto e foto di opere di architettura risalenti al periodo lungo oltre quarant’anni coincidente dapprima con la nascita, poi con lo sviluppo e affermazione, e infine con il lungo declino di una stagione che nel suo momento migliore ha visto fervere il dibattito attorno alla città, producendo, anche nella piccola realtà di Cefalù, una discussione intensa attorno al progetto e alla realizzazione di una quantità di opere di architettura costruita.
Di là dal numero di piccole abitazioni unifamiliari prodotte dal 1965 fino a tutti gli anni ‘70 dallo studio di architettura di Culotta (1939-2006) e Leone (1936-2012), il momento più denso di investimento concettuale, di prove e sperimentazioni, e di maggiore coralità e pluralità di contributi è stato certo quello che è seguito alla redazione, approvazione ed entrata in vigore del Piano Particolareggiato del Centro Storico della città (Culotta e Leone, 1977-1979).
Il confronto con la città storica spinge il ragionamento sull’architettura urbana di Cefalù verso una concezione dell’intervento bilanciata di continuo tra le necessità della conservazione della memoria e quelle dell’innovazione ineludibile, secondo l’orientamento e gli itinerari concettuali già tracciati in Italia da Ernesto Nathan Rogers (1909-1969); secondo questi la processualità indispensabile che caratterizza il corso del progetto deve esplicarsi, a volta a volta, nella situazione del caso e del luogo specifico, nella sua materialità concreta e nel suo portato storico e d’uso, coinvolgendosi nella rete di relazioni che caratterizzano la situazione stessa, da individuare e selezionare per soddisfare il programma del progetto.
Un approccio e un metodo che – affinatisi a fronte del costruito storico – valgono anche a dettare i passi del progetto della residenza urbana associata, che Culotta e Leone hanno già affrontato e si apprestano ancora ad affrontare nella parte più recente della città consolidata, la prima espansione moderna di Cefalù, risalente al primo Novecento; qui le misure degli isolati del centro storico, e il loro assemblarsi in sistema con le vie, si riflettono in alcuni interventi, il primo dei quali è stato il condominio “Palazzo Giallo” (via Prestisimone, 1973-1975), in parte tradito nell’esecuzione), seguito dal più ampio e meglio risolto EGV Center (via Roma, 1979-1983), dove piazze e vie interne sono rigorosamente pedonali.
Di quell’intensa stagione la mia esperienza ha fatto pienamente parte fin dai primi anni ’80; per parte mia, mi sono studiato di contribuire ad essa esplorando i territori del progetto in senso culturale-antropologico, indagando l’idea controversa di identità, ribaltandola in senso evolutivo, e introducendo il concetto di genealogia culturale; per esso, i caratteri identitari si possono tramandare solo attraverso un processo di modificazione continua, un prendere e lasciare, un immettere e rielaborare, in cui il programma del progetto deve anche confrontarsi con l’emergere del desiderio, delle predilezioni, dell’autorialità, a patto però che quest’ultima sia consapevole di dover servire a uno scopo corale, partecipabile, civile.
Ecco, di questo parla il libro, rifondendo, rielaborando e integrando materiali già frutto di una riflessione personale parallela al farsi delle opere, le mie e le altrui, quelle che hanno fatto di Cefalù un luogo in cui l’architettura conta davvero. Il libro sa bene che il mondo, intanto, è andato da tutt’altra parte, ma proprio perciò sente e non rinuncia al dovere di consegnarsi con fiducia ai più giovani. >>
[Introduzione]
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