La Biblioteca privata Santa Maria organizza un incontro con Mariano Lanza e il suo libro L’identità rubata.
Gangi, Domenica 20 agosto alle ore 18,00
sotto la Chiesa Madre.
Interverranno:
Carolina Lo Nero, responsabile della Biblioteca Santa Maria;
Mariano Lanza, Autore;
Francesco Maria Martorana, accompagnamento e intermezzi musicali alla chitarra.
Il libro, dedicato dall’autore “a tutti i Siciliani ancora alla ricerca della propria identità”, come scrive Pasquale Hamel su fb, rappresenta una meritevole “iniziativa di ridare memoria ad un tempo che, per tutti noi siciliani, dovrebbe essere il nostro tempo. La memoria della Sicilia Normanna è messaggio di civiltà ma anche proposta d’impegno civile”.
“L’Identità Rubata. Cosa sarebbe successo se i Siciliani... – scrive altresì l’Autore nella sua Introduzione – non è, né vuole esserlo, un manuale di Storia Siciliana anche se ogni sua pagina trasuda di fatti, storie e leggende di questa meravigliosa Isola Nazione chiamata Sicilia. Si, proprio così, un’Isola Nazione in quanto, come l’attento lettore noterà, l’unicità delle vicende che vi hanno avuto luogo, dagli albori della Storia con la fondazione di Segesta all’affermarsi del Regno di Sicilia nel Medioevo, hanno determinato la nascita di un Popolo e la formazione di una Coscienza Nazionale unica e originale. Una Voluntas Siculorum, che avrebbe caratterizzato e determinato la Storia Siciliana ed Europea nei secoli a venire fino alla declassazione del Regno Siciliano a Vice-Regno nel 1412.
Una Coscienza Nazionale evidenziatasi, negli anni bui succedutesi al crollo della monarchia degli Altavilla, con atti di purissima Voluntas Siculorum, che avrebbe spinto i Siciliani a sfuggire a comode soluzioni di compromesso, pur di affermare i valori che facevano di loro un Popolo. Nella reale convinzione che ogni decisione riguardante il loro Paese, dovesse essere presa all’interno del Regno stesso e con il loro consenso. Caso contrario avrebbero lottato contro tutti – Tedeschi, Francesi, Angioini, Aragonesi, Papi, Guelfi e Ghibellini – e nonostante tutto – scomuniche, epidemie, carestie – finché ne avrebbero avuto la forza per farlo e il numero per imporsi.
Come spiegarsi, altrimenti, quella pagina eroica della Guerra del Vespro durata ben 90 anni, dal 1282 al 1372, senza vedervi dietro la volontà di un intero Popolo, che lotta e soffre in difesa della propria identità? Ma non ci fermeremo qui. Proveremo ad andare oltre; a non limitarci alla constatazione notarile di quanto è avvenuto nel passato, consapevoli che, a differenza dei Siciliani dei secoli che furono, che vivevano la loro vita immersi nel loro presente, incerti sul da farsi, intimoriti dal loro domani noi, Siciliani del XXI secolo, possiamo guardare a quei fatti, a quegli accadimenti con l’occhio smaliziato di chi sa come sono andate a finire le cose, il che non è poco.
Impareremo ad avere più rispetto di tutti quei Siciliani che agirono in prima persona, rischiando la propria vita e mettendo in pericolo quella dei loro cari, per seguire la forza di una idea e senza sapere se la loro azione sarebbe stata coronata da successo oppure no; se sarebbero stati i loro figli ad avvantaggiarsene, o se il tutto si sarebbe risolto nell’ennesimo bagno di sangue. Proveremo a conoscerli meglio, a farli uscire dall’anonimato in cui li ha relegati la storiografia ufficiale italiana, cercando di far rivivere i loro sogni, i loro bisogni ma anche i loro dubbi, le loro paure, le speranze … le incertezze.
Forti delle nostre conoscenze del loro futuro, proveremo anche ad immaginarci cosa sarebbe potuto accadere alla Sicilia e al Mondo che le gravitava attorno, se le scelte fatte dai Siciliani, le prove di Voluntas Siculorum di cui parlavamo prima, non avessero avuto luogo o se il loro risultato finale non fosse stato quello da noi tutti conosciuto perché spesso, come ben sappiamo, basta poco – un evento imprevisto ed imprevedibile, un fraintendimento – per cambiare le sorti di una battaglia, di un assedio o di una guerra; per variare il corso della Storia. Per trasformare un vincitore in uno sconfitto; un perdente in un vincitore.
A rubare ad un intero Popolo la propria Identità”.
Vai al libro.
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