Descrizione
Titolo: Siciliani testimoni di libertà
Dodici storie di deportati nei lager nazisti
Autore: Guido Lorenzetti
Editore: Edizioni Arianna
Pagine:184
Prezzo: 16,00
ISBN: 9791280528407
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Liborio Baldanza: Una storia esemplare: Libero, operaio, comunista, siciliano, scioperante contro i nazisti, deportato a Mauthausen;
Umberto Consiglio: L’anarchico che venne dal caldo. Di Siracusa;
Nunzio Di Francesco: Dalla naja alla Resistenza al Lager;
Maria Di Gesù: Una silenziosa rivoluzionaria;
Antonio Galiano: Da Favara, partigiano combattente;
Don Paolo Liggeri: Matricola 134381, Geistlicher (ecclesiastico);
Calogero Marrone: Chiamato il “Perlasca del Sud”;
Maria Montuoro: La sabotatrice;
Calogero Palumbo: Il barbiere del Maquis;
Otto Rosenberg: Da Colonia a Palermo, dal confino ad Auschiwitz;
Carmelo Salanitro: Un professore contro le dittature;
Calogero Sparacino: L’aviere di Ribera che disse no alla Wehrmacht.
Questi i nomi dei dodici siciliani, oppositori del fascismo, trucidati dal nazifascismo, le cui biografie compongono questo libro.
Scrive nella sua prefazione Dario Venegoni presidente dell’ANED, Associazione Nazionale ex Deportati nei campi Nazisti:
Queste dodici biografie di siciliani deportati – e spesso uccisi – nei Lager nazisti rappresentano in qualche modo la “punta dell’iceberg” della deportazione meridionale. Uomini e donne che vennero arrestati, interrogati, talvolta anche torturati e poi deportati quando già nelle loro città di origine si respirava l’aria nuova della libertà dopo l’arrivo degli eserciti alleati. Perché la liberazione del nostro paese, avviata con lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943, fu assai lenta e difficile, e ci vollero oltre 20 mesi per completarla.
Mesi di occupazione feroce della Penisola da parte delle armate naziste a partire dall’8 settembre, e di violenze da parte delle formazioni armate della repubblica mussoliniana di Salò.
E ancora:
Nelle vicende degli arresti ai danni di tanti nati nel Mezzogiorno d’Italiasi può leggere la storia della emigrazione italiana, e anche della mobilitazione generale per la guerra. Uomini e donne andati al Nord – o anche all’estero – in cerca di lavoro, di una sistemazione migliore per sé e per la propria famiglia, ma anche talvolta per sottrarsi alla asfissiante persecuzione dei fascisti del loro paese. O soldati e ufficiali sorpresi nella parte della penisola non ancora liberata dagli avvenimenti seguiti all’armistizio, quando il re e i generali fuggirono ignominiosamente lasciando le Forze Armate senza ordini e senza un comando.