Respiri di ginestra, di Santa Franco

18.00

Descrizione

Titolo: Respiri di ginestra
Autore: Santa Franco
Editore: Edizioni Arianna  
Pagine:
360
Prezzo:
€ 18,00
ISBN:
978–88–99981–85–3
Luogo di pubblicazione:
Geraci Siculo
Anno pubblicazione:
2020

Il titolo del romanzo, ambientato nel ventennio fascista tra Roma e la Sicilia, si ispira a una poesia del partigiano Giuseppe Bartoli.

Donne e Fascismo. Con tanto odio nella vita di Vita Maria, la protagonista, la Romana, imprigionata e combattuta dentro le sue molteplici identità alle quali si consegna senza pudore, indossandole con un opportunismo di maniera che le consente di vivere un’esistenza apparentemente forte, a tratti arrogante, spesso violenta, ma che si rivela fragile e facile a frantumarsi in frammenti di vita inesistenti.

Tanti drammi, ma anche tanti sarcasmi e ironie, per descrivere e colorare l’intensità delle vite che si rincorrono dentro lo scorrere di un tempo tutto “paesano” ma che vive, senza possibilità di rinuncia, un capitolo complesso della Storia.

 

Un assaggio

[dal cap. IV]
(…) Si iscrisse al partito fascista per avere maggiore facilità d’accesso a quel mestiere considerato come il più antico, non era ancora obbligatorio sottoporsi ad alcune procedure per esercitare il regolare meretricio, ma lei non si sottrasse, volle anche sostenere i rigorosi esami di abilitazione con tanto di apprendistato in un locale abilitato in cui si mettevano alla prova le aspiranti al ruolo.

Ne uscì fuori come una delle più promettenti a svolgere l’incarico, così, quasi da un giorno all’altro, divenne per tutti la signora Vita Maria, tenutaria della Reale Casa Poppea… Una “lucciola” brillante, seppure d’alto rango.

Si fece stampare con orgoglio dei piccoli manifesti in carta pergamena, dalle tinte tenui che dovevano anch’essi rendere visibile lo stile elegante seppure di un bordello.

Tariffario ufficiale e Disposizioni
Locale di Meretricio di Prima Categoria,
in vicolo del Leonetto n.5
Città di Roma
“Reale casa Poppea”

“La tenutaria Vita Maria augura a tutti gli ospiti un buon divertimento, ricordando che la casa è famosa per le sue Dame di Compagnia, scelte con accuratezza per le loro forme generose, per l’eleganza e la squisita dolcezza che sapientemente sapranno elargire alle vostre gentili persone. Si raccomanda a tutti di adeguarsi allo stile della dimora, nella cura della persona, presentandosi all’accettazione, per l’ispezione sanitaria, in abito, camicia bianca immacolata e cravatta scura”.

  Seguiva il tariffario, uno dei più alti della città, per rendere il posto come esclusivo, così come suggerito dal Barone Edoardo Savelli, ridotto nel rango ad essere chiamato Dodò Pucci Pucci, nell’intimità della sua alcova.

– Venti minuti… £ 2,90
– Mezz’ora £ 3,50
– Un’ora £ 6,50
– Due ore £ 10,50
– Musica soave £ 0,10
– Ballo in coppia £ 1,50
– Asciugamani di lino £ 0,40
– Acqua di colonia £ 0,15
– Sapone profumato… 0,20

Seguivano, in calce, tutti i timbri e le autorizzazioni prescritte dalla legge in vigore, i timbri della Casa Savoia e del Parlamento Fascista.
Vita Maria, pur non avendo cambiato il nome, era diven- tata come un arredo ben architettato, si era tinta i capelli di biondo come il platino, riccioli corti incorniciavano quel viso imperfetto, le labbra, rosso vermiglio, accennavano raramente a un sorriso, gli occhi, truccati alla moda con leggere sfuma- ture di grigio su un incarnato roseo cipria come quel marmo di portogallo tanto delicato, rendevano lo sguardo ancora più languido e malinconico di quanto la natura le avesse, bontà sua, concesso. Ma ciò che la rendeva irresistibile era l’erotica sensualità che emanava da quel corpo, soprattutto quando si concedeva a qualche appassionato tango, sembrava che indossasse le note come un abito cucito a misura delle sue movenze, un’unica sostanza con i fianchi, con le gambe, con le braccia che avviluppavano quei fortunati, prescelti da un capriccio o dalla volontà di vederli inchinare quegli uomini che rappresentavano il potere, vederli schiavi seppure per un tempo limitato, riservato a un disco di bachelite che girava lentamente dentro la tromba di un consumato grammofono di ottone.
  Si divertiva a provocare quell’Italia sbandierata per i saldi valori morali, allora, come in un gioco perverso ma seducente, le sue gambe s’allacciavano attorno i fianchi di quegli uomini dabbene di ferrea gerarchia e di vistosa ipocrisia che vantavano al mondo la castità delle loro donne. Il suo corpo li avviluppava non meno che il suo sguardo, li incantava per provocare tutti i loro sensi, mentre le note della Carmen si dileguavano dentro il fumo delle sigarette e dei respiri affannosi che riempivano l’aria. (…) Per continuare la lettura vai QUI.