Santa Franco all’Istituto Penale per i minorenni di Palermo, martedì 15 novembre ore 9:30.
Santa Franco, nell’ambito del progetto scolastico “Ora tu cuntu” in collaborazione con il laboratorio Cotti in fragranza gestito dalla cooperativa Rigenerazioni, incontrerà i ragazzi e le ragazze che frequentano il V anno scolastico.
Oggetto dell’incontro il suo libro Donne di Zagara. Santa Franco ha scritto Donne di Zagara, un meraviglioso librio di racconti della memoria collettiva del suo borgo natìo, Tusa. E lo ha fatto in lingua siciliana, anzi per meglio dire, nella sua variante tusana.
Memorie di donne, oggi si direbbe: biostorie, frutto del contesto antropologico culturale del secondo Novecento siciliano. Donne sottomesse, usate mai maschi, ma anche donne battagliere che si ribellano contro il “sistema”.
E diciamo subito che si tratta di un libro d’arte. Qui infatti non c’è prosa ma poesia, data dalla narrazione ritimica, dalla scrittura come di uno spartito musicale, cantilenante a volte, sempre elegante, avvolgente. Chi sono le donne di Zagara? Zagara, il fiore dell’arancio, è la Sicilia. E le donne di Zagara di Santa Franco sono le donne siciliane di Tusa della seconda metà del Novecento.
Tusa è un nome che sa di antico, genuino e prezioso come il vino invecchiato. Al tempo dell’impero romano vi si trovava Halaesa, oggi prestigiosa area archeologica. Lungo il torrente che porta il suo nome c’è oggi la modernissima Fiumara d’Arte, inventata dal generoso mecenate Antonio Presti; e di fronte alla sua panoramicissima collina, sulla collina gemella dirimpettaia di Motta d’Affermo c’è l’installazione della Piramide di Mauro Staccioli anch’essa voluta dal Presti, al 38° parallelo.
Tusa è nei Nebrodi-Madonie (fino a poco tempo fa i due appellativi erano infatti sinonimi) e faceva parte della Contea dei Ventimiglia di Geraci. Sicilia tirrenica, forte della sua identità millenaria. [Pietro Attinasi]
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