Antonino Serina, l’uomo libero e vagabondo nella ricerca del sapere. Incontro con l’autore Trapani Palazzo Riccio 27 febbraio.

L’Unesco di Trapani, l’Associazione Scaduto di Paceco, il Liceo Fardella-Ximenes incontrano Antonino Serina, autore del libro Una schiuma danzante di piccolissimi quanti.

27 febbraio 2020 ore 17.30, Trapani
Palazzo Riccio di San Gioacchino, Via Turretta.

Incontro con Antonino Serina, autore del libro Una schiuma danzante di piccolissimi quanti.

Daranno il loro saluto la prof.ssa Susanna Scaduto, Presidente dell’Associazione socio culturale Carlo Scaduto di Paceco; il prof. Filippo De Vincenzi, Dirigente scolastico del Liceo Fardella-Ximenes di Trapani e l’Ing. Vito Garitta, Presidente dell’Unesco di Trapani.

Presenteranno l’Autore: i professori Salvatore Bongiorno e Leonardo Carpinteri.
Modererà: Franco Mennella.

Il libro Una schiuma danzante di piccolissimi quanti, è dedicato al fisico Carlo Rovelli, definito nel sottotitolo come filosofo viandante che imprime al divenire il carattere dell’essere.

Lo stesso Rovelli ha voluto far dono a Serina di una sua nota di introduzione:

“Al caro Lettore: invito al viaggio
Immaginate di guardare il mare da un aereo altissimo: ne vedete una regione vasta e vi sembra una tavola cerulea e piana. Ora vi abbassate e guardate più da vicino. Cominciate a vedere le grandi onde alzate da un vento che soffia forte sulla superficie del mare. Vi abbassate ancora e vedete che le onde si infrangono e la superficie del mare è uno schiumeggiare frastagliato. Così è lo spazio nell’immaginazione di John Wheeler. Alla nostra scala immensamente più grande della scala di Planck, lo spazio è liscio e piano, e descritto dalla geometria euclidea. Ma se scendiamo alla scala di Planck, si frastaglia e schiumeggia. Wheeler ha cercato di descrivere questo spumeggiare di spazio, questa onda di probabilità di diverse geometrie.
Carlo Rovelli”

Ed ecco qualche pagina di Antonino Serina libro sul pensiero del grande fisico Carlo Rovelli, professore di Fisica Teorica all’Università di Aix-Marsiglia:

La gravità quantistica è il settore di ricerca specifica di Rovelli (la Loop Quantum Gravity Theory) e l’approccio quantistico e relativistico ha portato l’Autore a una riconsiderazione dello spazio e del tempo e a negare la realtà “ontologica” di “enti” considerati a sé, autonomi e distinti, vale a dire “in quanto essere” per poi affermarne, invece, la realtà “relazionale” e cioè “in quanto tutto è in divenire”: l’intero divenire cosmico, un processo di eventi, un fluire di eventi, in uno scambio di reciproche interrelazioni. In sostanza, scompare dallo scenario cosmico e universale l‘essere e appare il divenire. Ma come si arriva a ciò? Da un lato, innanzitutto, Rovelli respinge la concezione unitaria dello spazio-tempo (concepito in “blocco” da Weyl ed Einstein), ma accetta la gravità della relatività generale o, meglio, «la residua impalcatura della relatività generale»54. Dall’altro lato ammette, invece, l’esistenza dei quanti e del discontinuo ed è proprio la concezione della “di- scontinuità” che induce alla concezione nuova e diversa non solo del tempo e dello spazio, bensì del mondo e della realtà in cui viviamo. Scompare definitivamente la concezione della materia detta solida perché tutto appare di natura elementare, di particelle d’onde, di atomi granulari. Anzi, la granularità è “ubiqua”. E con quelle tipiche frasi ad effetto, ma sconvolgenti, Rovelli afferma che «l’aria più pura come la materia più compatta sono granulari»55. E poi, con una frase che lascia stupiti, in una visione scientifica e poetica, Rovelli ripete: «Lo spazio-tempo è un oggetto fisico come un elettrone. Anch’esso fluttua. Anch’esso può essere in una sovrapposizione di configurazio- ni diverse» vale a dire in una nuvola di probabilità.

Ai nostri occhi lo spazio appare solido, rigido e continuo ed è quasi impossibile immaginarlo discontinuo, ma l’“esistenza del discontinuo”, di pacchetti di energia, di granuli di energia, ci fa scoprire che tutto è un “pullulare”, un fluire a pioggia, un vibrare della realtà. Rovelli porta un’immagine magnifica (la figura 6.1 del suo testo) in cui «le linee di forza di Faraday quantistiche tessono lo spazio come una maglia tridimensionale di anelli (loop) intrecciati»57. La struttura dello spazio non è altro che questo fluire di quanti, di particelle d’energia, di reazioni e relazioni reciproche. Per gli specialisti «lo spazio fisico non ha volume, a meno che non ci siano dei nodi», parlando di «uno spazio granulare, dove volume e area sono pac- chetti discreti»58. In definitiva, «lo spazio come amorfo contenitore delle cose sparisce dalla fisica con la gravità quantistica. Le cose (i quanti) non abitano lo spazio, abitano l’una nei paraggi dell’altra e lo spazio è il tessuto delle loro relazioni di vicinanza»59.

Anche il tempo, continua Rovelli, non ha realtà, sebbene esistano prima- riamente le relazioni grazie a cui noi percepiamo e misuriamo il tempo. Il tempo, come struttura cosmica, non esiste: «Se dobbiamo abbandonare l’idea dello spazio come inerte contenitore, allora va abbandonata anche l’idea di tempo come flusso inerte lungo il quale si dipana la realtà. Così come sparisce l’idea di spazio che contiene le cose, sparisce anche l’idea del “tempo” conti- nuo che scorre, nel corso del quale avvengono i fenomeni»60. La natura dei quanti-energia, detti granulari, ma sempre di natura energetica e interattiva, di continue catene di reazioni, non evolvono nel tempo e nello spazio, ragion per cui Rovelli afferma, come era stato già dimostrato da Wheeler e De Witt, che «è il tempo che nasce come conseguenza delle loro interazioni»61.

Quindi Rovelli invita a un modo diverso di pensare e immaginare il mondo in rapporto al tempo: «Dobbiamo imparare a pensare il mondo non come qualcosa che cambia nel tempo, ma in qualche altro modo… Le cose cambiano in relazione l’una all’altra. A livello fondamentale il tempo non c’è. L’impressione del tempo che scorre è solo un’approssimazione che ha valore solo per le nostre scale macroscopiche: deriva dal fatto che osserviamo il mondo in modo grossolano…». Più chiaramente, è qui la spiegazione: «Ci sono processi elementari in cui quanti di spazio e materia interagiscono tra loro in continuazione. L’illusione dello spazio e del tempo continui intorno a noi è la visione sfocata di questo fitto pullulare di pro- cessi elementari. Così come un quieto e trasparente lago alpino è formato da una danza veloce di miriadi di minuscole molecole d’acqua»63.

E siamo arrivati già ai loop cioè ai quanti di spazio e tempo: se spazio e tempo non fanno parte della struttura elementare dell’universo e se non esiste una realtà continua, ma discontinua, costituita da un pullulare di minutissimi quanti, allora spazio e tempo (secondo la teoria della gravità quantistica a loop) non sono altro che modi di interrelazioni, vale a dire linee di forza elettromagnetica (Faraday, Maxwell, meccanica quantistica) e gravitazionale (curva gravitazionale di Einstein); lineette, dunque: im- mensamente piccole secondo la scala di Planck, ma curve o racchiuse su se stesse – a loopcome anelli, in corrispondenza delle intuizioni e delle equazioni di De Witt, Wheeler e delle ulteriori elaborazioni di Abbay Ashtekar, Lee Smolin, Carlo Rovelli e altri”
. [pagg. 41-43]

Buona lettura.

 

Published by