Il libro, curato da Giuseppina Li Vecchi e Franco Venturella, è dedicato
“A tutti gli alunni
che Giovanni ha incontrato
nella sua lunga carriera scolastica
e a quanti l’hanno conosciuto e amato,
perché il tempo non disperda
il calore della sua parola
e la forza della sua testimonianza.”
I testi, preceduti dalle Note biografiche scritte da Giuseppina Li Vecchi, dall’Introduzione di Franco Venturella e dalla Presentazione di Giuseppe Savagnone, sono raggruppati in sette sezioni:
Sezione I. Temi filosofici (1. Il concetto di filosofia; 2. Il senso dell’essere; 3. Spunti per la riflessione sul tema: Fede e Ragione; 4. Essere e divenire; 5. La scienza nell’organismo del sapere e il primato della “persona”; 6. Antonio Rosmini: tra filosofia e profezia; 7. Le aporie dell’immanenza.);
Sezione II. Argomenti storici (1. L’insegnamento della storia nell’economia della formazione; 2. Il Novecento a scuola: il rischio dell’ideologia; 3. 17 Marzo: 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia. Memoria e impegno; 4. A cinquant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Significato di una ricorrenza; 5. La “Giornata della Memoria”.);
Sezione III. Riflessioni tra pedagogia e didattica (1. Riflessioni sull’educazione; 2. La dialettica tra la vita e l’educazione; 3. Educazione morale e convivenza democratica; 4. Educazione sessuale; 5. Lettura e formazione; 6. L’interdisciplinarità come motivazione dell’apprendimento e dell’insegnamento.);
Sezione IV. Note di vita scolastica (1. La scuola è la via maestra della formazione dell’uomo: il significato di un centenario (1891-1991); 2. Inaugurazione anno scolastico – 22 settembre 1983; 3. Inaugurazione anno scolastico 1993-94; 4. Collegio dei docenti, 16 settembre 1993; 5. Pasqua 1989; 6. Saluto ai giovani di III Liceo, 10 giugno 2000; 7. Commiato: 7 dicembre 1995;
Sezione V. Riflessi di vita spirituale (1. La scommessa della fede; 2. Pasqua 2013; 3. Pasqua 2016; 4. Fede e fanatismo; 5. Laici, laicità, laicismo; 6. Il Male di vivere… più o meno ne soffriamo tutti. Riflessione sul Natale; 7. La fede e le opere: il Buon Samaritano; 8. La Spe Salvi: provocazione e proposta; 9. Riflessioni sulla Sollecitudo rei socialis; 10. Identità religiosa e dialogo; 11. La luce del Vangelo nell’oggi della storia.);
Sezione VI. Esperienze di vita ecclesiale e Azione Cattolica (1. La mia prima esperienza in Azione cattolica; 2. Cosa significa, oggi, l’Azione cattolica; 3. “Un esercito ha l’altar”. La testimonianza dell’Ac durante il Fascismo, la guerra e gli anni della ricostruzione.);
Sezione VII. Rilettura di attualità socio-politica (1. La lezione attuale di un grande siciliano: Luigi Sturzo; 2. Il messaggio di Aldo Moro; 3. Qualche riflessione in margine al G8; 4. La crisi, “cifra” del nostro tempo; 5. Una nuova alleanza tra l’uomo e la natura. Il difficile equilibrio tra la “campagna” e la “città”; 6. Riflessioni su questo nostro tempo.)
In Appendice le Testimonianze di Antonella Cipriano, Antonio Franco, Sonia Zito, Giuseppe Terregino, Le Madonie, Giovanna Guarcello, Giuseppina Li Vecchi Sottile.
Testimone nel nostro tempo.
Note biografiche
Giovanni Sottile è nato a Castelbuono (PA) l’11 gennaio 1930. Lì ha frequentato la scuola elementare e media. Degli anni della scuola elementare, ricordava spesso la gioia che provava per ogni scoperta, per ogni nuovo apprendimento e la felicità nel presentare, al ritorno a casa alla mamma che lo attendeva, il suo o i suoi bravi “lodevole”.
Ricordava ancora, con un senso quasi di ebbrezza, le parate fasciste, a cui come Figlio della Lupa prima e come Balilla poi, aveva partecipato in quegli anni scolastici. Lo entusiasmavano le marce, l’appartenenza ad una massa di coetanei uniti nello stesso entusiasmo e soprattutto la musica e i canti che scuotevano gli animi e che egli amerà riascoltare per tutta la vita.
Da giovane e da adulto ben presto, appena avutane la comprensione, ripudiò l’ideologia che sottostava a quelle parate, ma nel suo discorso pedagogico sottolineò sempre il valore del coinvolgimento totale dell’educando, il peso del sentimento e delle emozioni nella motivazione ad apprendere.
Poi vennero gli anni del Ginnasio-Liceo “Mandralisca” di Cefalù che lo accompagnò nella vita di studente e lavorativa e poi nel ricordo, nell’interessamento partecipativo e nell’affetto, fino alla fine.
Conseguita la maturità classica a pieni voti nel 1949, si iscrisse alla Facoltàdi Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Palermo, per lalaurea in Filosofia, conseguita il 30 novembre 1953 con 110 su 110 e lode e pubblicazione della tesi che aveva per tema La filosofia morale di Vincenzo Gioberti.
Grazie a d una Borsa di studio della Regione Siciliana ha potuto iscriversi e frequentare un corso di Perfezionamento in Discipline Filosofiche presso l’Università di Firenze, conseguendone il Diploma il 30 giugno1956, con la discussione della tesi Considerazioni sui concetti di valore morale e di persona in Rosmini e Gioberti.
Dal luglio dello stesso anno al dicembre 1957 ha effettuato il servizio militare di leva, ricordando tra gli aneddoti più scherzosi che, per venire in aiuto ai commilitoni che appena riuscivano a leggere e a scrivere nella loro corrispondenza con le relative fidanzate, spesso gli toccava di sostituirsi ai medesimi nelle lettere d’amore che, per la loro qualità, riempivano il cuore di chi le attendeva.
Ritornato a Castelbuono inizia la sua carriera di insegnante, prestando servizio come docente di Materie letterarie, per circa due anni, nella Scuola media parificata S. Anna.
Nello stesso periodo si iscrive all’Albo dei giornalisti e dirige con zelo il periodico “La Finestra”. Dall’anno 1959/60 al 1962/63 è stato incaricato di Filosofia, Pedagogia e Psicologia e poi di Filosofia e Storia a Frosinone, a Cassino e a Sora (Fr).
Intanto, aveva conseguito l’abilitazione per l’insegnamento di Storia e Filosofia nei Licei e di Filosofia, Pedagogia e Psicologia negli Istituti Magistrali e partecipato contemporaneamente ai concorsi a cattedra di Storia e Filosofia, risultando “idoneo” nel primo e “vincitore” nel secondo (D.M.5 gennaio 1960).
Immesso nei ruoli della Scuola media inferiore per l’insegnamento di Materie letterarie (Italiano, Latino, Storia, Geografia), presta servizio per due anni (1963/64 e 1964/65) nella Scuola media statale di Castelbuono.
Con l’anno scolastico 1965/66 passa ai ruoli della Scuola media superiore e insegna Filosofia, Pedagogia e Psicologia nell’Istituto Magistrale statale di Castroreale (ME).
Trasferito l’anno successivo al Liceo classico “Mandralisca” di Cefalù, vi insegna Storia e Filosofia fino al 1983.
Vincitore del Concorso ordinario a Preside, ha diretto il medesimo Istituto per 12 anni fino al 31 agosto 1995. Da Preside conservò il suo animus di docente e continuò ad insegnare. Insegnava non solo perché nelle emergenze entrava volentieri nelle aule per supplire, arricchendo… e arricchendosi nel contatto diretto e nel dialogo vivo con gli alunni, ma anche perché, nelle varie ricorrenze e opportunità che la vita della scuola offre, amava radunare tutta la comunità scolastica per riflettere sul significato delle stesse, traendone sempre elementi di formazione e di crescita in cultura, umanità, impegno personale e civico. Il suo insegnamento era sempre una sintesi di esperienza, di virtù , di cultura e di fede.
Da pensionato, chiamato all’insegnamento di Storia della Filosofia presso l’Istituto di Scienze Religiose di Cefalù, vi permane per 13 anni: dall’anno accademico 1996/97 al 2008/09.
La profonda consonanza col mondo giovanile e la sofferta convinzione che il futuro della società si gioca sulla formazione dei giovani, lo porta contemporaneamente ad accettare l’incarico di docente di Filosofia, Pedagogia e Psicologia nell’Istituto Magistrale parificato “A. Rosmini” di Cefalù, ove presta servizio dall’anno scolastico 1996/97 al 1999/2000.
Dalla scrupolosa preparazione delle lezioni, svolte nel segno della gratuità, in questi istituti, è nata buona parte dei suoi scritti che intendevano dare l’essenziale, scoprire il nucleo fondante delle varie discipline e del pensiero dei vari autori, anche a chi non aveva gli strumenti culturali idonei per coglierli con facilità.
Fin qui le note della lunga, ricca, varia e appassionata carriera di Docente e di Preside all’interno della scuola; ma in Giovanni c’è dell’altro, molto dell’altro.
Primo Presidente del Distretto Scolastico 10/48 di Cefalù (di cui al DPR 416/74) lo gestì per più mandati triennali, tra vuoto e contraddizioni della nascente normativa e beghe politiche, molto accese in quel periodo storico e con pochi volontari, sacrificando pomeriggi e serate, nella penuria di mezzi, si adoperò per la sua organizzazione e per il suo concreto funzionamento.
Lo percorse in lungo e in largo per incontrare docenti, alunni, genitori, amministratori locali, uomini delle politica, portando ovunque l’autorevolezza della sua cultura, della sua umanità e della sua passione educativa, con l’obiettivo di rendere effettivi il diritto allo studio degli alunni, la realizzazione della partecipazione democratica alla gestione della scuola, la crescita culturale e civile della comunità locale.
Presidente della sezione UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi) di Cefalù, che vede la sua nascita il 9 febbraio 1969, assieme agli indimenticabili Mons. Damiano Barcellona, la professoressa Maria David e un gruppo di docenti sensibili, provenienti, in genere, dalla lunga formazione nell’Ac, ne fu uno dei fondatori.
Si trattò, suo malgrado, di una Presidenza a vita, fatta eccezione degli anni dal 2000 al 2005, in cui è subentrato il Prof. Antonio Franco.
Giovanni era convinto che la riuscita dell’educazione dipendesse in gran parte dalla professionalità dei docenti per cui l’UCIIM era particolarmente impegnata; una professionalità fatta di competenze disciplinari e psicologiche, di metodologie di avanguardia, ma anche di sensibilità umana e di un amore previdente e oblativo quale solo il Vangelo propone.
A questo scopo, negli anni floridi tra il 1969 e il 1990, il Presidente, che faceva anche parte del Consiglio Provinciale dell’Unione, si è adoperato,
pagando spesso di persona, per organizzare giornate di spiritualità, specie in prossimità della Pasqua, corsi di preparazione ai concorsi per le nuove leve, corsi di aggiornamento, convegni di studio sulle tematiche ecclesiali e scolastiche emergenti, riuscendo a portare a Cefalù relatori di altissimo livello culturale e pedagogico quali Aldo Agazzi, Gianfranco Morra, Giovannino Petracchi, Adriano Bausola, Mons. G. Rovea ecc…
In qualità di Preside del Liceo “Mandralisca”, Giovanni ha fatto parte dal 13/11/1984 al 30/05/1994 del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Mandralisca” che si muoveva tra enormi difficoltà logistiche e finanziarie, con grave peso e responsabilità dei suoi componenti.
Tale peso, per la sua parte, il Preside Sottile ha portato con coraggio, impegno e quasi con gioia, come segno di gratitudine verso il suo fondatore, il Barone Enrico Piraino di Mandralisca, il cui lustro e i cui meriti ha voluto degnamente celebrare in occasione del centenario della fondazione del Liceo (1891-1991); celebrazione da lui fortemente voluta e faticosamente realizzata.
Un altro campo d’impegno e di testimonianza di Giovanni Sottile, a parte la fede e la spiritualità personale, è quello del servizio ecclesiale, specie nell’Ac: Presidente dell’associazione nella sua parrocchia d’origine, Consigliere diocesano, Vice presidente diocesano del settore giovanile maschile, Vice presidente diocesano del settore maschile adulti, membro del Consiglio pastorale diocesano per lunghissimi anni.
Per l’impegno educativo e formativo dei giovani, orientato all’animazione cristiana della “città terrena” e al raggiungimento della “città celeste”, Giovanni si è speso oltre ogni misura, in regolari incontri settimanali con i gruppi locali, in convegni, conferenze, campi-scuola, visite alle associazioni ecc…
In tutte le sedi locali, diocesane e oltre, con la parola e con gli scritti, egli è stato la voce, la presenza del filone cristiano cattolico del mondo filosofico.
Nelle varie assemblee scolastiche, associative, politiche, ecclesiali e della più varia natura, prendendo, quando poteva, l’ultimo posto e dopo aver umilmente ascoltato tutti, forte della sua cultura e della sua limpida fede, con parola chiara e sempre documentata, dava ordine agli interventi, e chiariva i fatti, smorzava con i suoi giudizi equanimi le immancabili tensioni, aprendo itinerari di comprensione reciproca, di rispetto, di collaborazione e di pace.
Poi la malattia … che ha rallentato il suo passo veloce fino a fermarlo. Una malattia vissuta con dignità, nella sofferenza sì, ma anche nello studio diuturno, nella preghiera, nell’attenzione ai problemi del mondo e ai bisogni di tanti fratelli.
L’Angelo della morte lo trovò ancora sulla breccia, sul piano culturale e spirituale: aveva ancora gli occhi limpidi e il viso sorridente di fanciullo.
Lo guardò e l’abbracciò dolcemente, all’alba del 25 aprile 2016: era la festa della “Liberazione”.
Giuseppina Li Vecchi Sottile [pp.11-14]
Il libro sarà presentato al Teatro Comunale di Cefalù il prossimo 31 maggio, alle ore 17.00.
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