LA STRADA, di Rosa Maria Lucchese. Campofelice di Roccella (Pa) 7 gennaio 2024

L’Auser e l’associazione Campo…felicemente presentano il romanzo La strada, di Rosa Maria Lucchese.

Domenica 7 gennaio 2024 alle ore 17:00
Aula Consiliare del Comune di Campofelice di Roccella

Interverranno, con l’Autrice:
Prof.ssa Margherita Adele Imburgia, moderatrice dell’incontro;
Avv. Peppuccio Di Maggio, Sindaco del Comune;
Alessio Mancuso, Presidente dell’Associazione Campo…felicemente;
Dott.ssa Erika Abbate;
Dott. Domenico Longo.

<< I grandi poeti e pensatori ci hanno regalato numerose metafore e analogie per indicare la vita, vista ora come susseguirsi di stagioni, in cui l’inverno è segno della senilità e momento in cui si traggono le conclusioni dell’esistenza; ora come momenti della giornata o, ancora, come viaggio. La Strada si serve di quest’ultima metafora per indicare il viaggio compiuto dal protagonista, Nicola Belmonte che, fin da piccolo, percorre una strada che lo porterà alla realizzazione della sua vita. 

Il termine strada non è evidenziato nel testo per non distrarre il lettore che, tuttavia, segue passo dopo passo questo filo di trama che tesse tutto il romanzo. 

L’autrice, Rosa Maria Lucchese, ha fatto iniziare il viaggio di Nicola Belmonte dall’Armistizio dell’8 settembre 1943, mentre tutte le altre informazioni, relative alla detenzione in Germania, sono frutto dei ricordi di prigionia di Lorenzo Imburgia, zio del marito, Francesco Imburgia. 

Per rispettarne fedelmente il racconto, la prima parte è stata fatta leggere direttamente al testimone d’eccezione che ha approvato la narrazione dei fatti realmente accaduti, quali: le fermate presso il cimitero di Elbasan, il lago di Ocrida, il viaggio in tradotta da Bitola al campo di prigionia Stablak 2, presso la città prussiana di Königsberg, il momento della 8 

liberazione, la capitano medico, il tenente russo, la bambina col cappottino rosso. Relativamente a quest’ultimo particolare, narrato da Lorenzo Imburgia, l’autrice si è posta la domanda se cambiare il colore del cappottino, per non andare incontro a una sorta di plagio – dato che in un noto film è presente proprio una bambina con un cappottino rosso – oppure rispettare il racconto del veterano di guerra. Dopo un periodo di riflessione, la seconda ipotesi ha preso il sopravvento, perché i lettori possano sapere dell’esistenza di questa bambina senza nome che, sia pure in un flash, merita di essere ricordata.

I fatti narrati sono inevitabilmente tessuti con l’inserimento di personaggi fittizi, indispensabili per l’evoluzione della trama del romanzo; tuttavia, troviamo vicende relative a personaggi realmente esistiti, ma sconosciuti all’autrice, della cui esistenza ha sentito parlare nei racconti di persone anziane che ricordavano esperienze d’infanzia.

La Strada non è un romanzo di natura puramente storica o antropologica, ma possiamo definirlo romanzo delle emozioni e del cuore. L’attenzione è spostata dalla descrizione minuziosa degli ambienti e dei luoghi alle emozioni concepite nel cuore della scrittrice, che vuole farle rivivere nell’animo del lettore. 

Nel romanzo troviamo numerosi flashback, indispensabili perché il lettore possa conoscere antefatti importanti, i quali contribuiscono all’evoluzione della vita di Nicola Belmonte. 

Il protagonista è l’esemplificazione dell’uomo qualunque, una sorta di antieroe, che trova in sé la forza del riscatto sofferto, voluto e meritato. 9 

L’autrice con il suo romanzo vuole lanciare un messaggio di speranza, perché la strada che percorriamo porta in sé una svolta, anche se non ne comprendiamo le interruzioni, gli ostacoli, le biforcazioni.

Come Emma. La vita in un sogno, primo romanzo di Rosa Maria Lucchese, anche il secondo si ispira al Verismo di Giovanni Verga dal quale attinge l’Impersonalità, la tecnica del discorso indiretto libero, una certa Dialettalità – nei casi in cui si riprendono modi di dire tipicamente siciliani, tradotti in italiano per non restringere il campo dei lettori – e la Regionalità, in cui leggiamo tutto l’amore per la Sicilia, terra sinceramente amata dall’autrice. >>
[Introduzione di Margherita Adele Imburgia]

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