Filippo Di Francisca. Quando in Sicilia Poesia fa rima con Imprenditoria.
Filippo Di Francisca, nato e vissuto a Resuttano in provincia di Caltanissetta è uno dei tanti eroi che, seppure sconfitti in vita, danno imperituro onore alla Sicilia.
Faceva l’onesto imprenditore nell’Isola dominata, dove per osare prendere iniziative si deve per forza essere folli di sana energia, dote che caratterizza i poeti. E lui poeta lo fu, anzi lo è.
Vive nel ricordo non solo degli amici e dei conoscenti con cui ha condiviso i suoi incontri poetici e letterari, ma anche delle tante maestranze che lo hanno conosciuto come l’inventore del Tonacone: il nome da lui dato al brevetto della formula chimica di un intonaco molto efficace, prodotto poi negli stabilimenti di un colorificio palermitano, riservandosene però l’esclusiva della commercializzazione.
Al suo paese infatti non gli riuscì di creare lo stabilimento.
“Prima di morire mi hai chiesto se potevo realizzare il libro delle Poesie” scrive la moglie Concetta Alaimo nella sua Lettera a Fifì, prefazione al libro realizzato grazie allo staff della casa editrice Edizioni Arianna, dal titolo Ternu Diu, cioè Eterno Dio.
E scrive a tale proposito il parroco Ignazio Carrubba nella sua prefazione al libro:
“Filippo, un uomo credente in Dio, e nel Suo vicario in terra, manda una delle sue poesie al Papa. In papa Francesco vede la speranza, nel suo sorriso, cerca la forza per digerire il male di vivere della società odierna, un male che lo tormenta nell’intimo e spera che quel papa possa cambiare le cose”.
Poesia dei dilettanti?
Sì, ma ricorda a tutti in un appunto Filippo Di Francisca, contenuto nella sua postfazione al libro, che Piero Chiara, grande scrittore di origini resuttanesi, suo conterraneo definiva la poesia dei dilettanti una elevazione divina.
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