Il sentimento cosmico religioso di Albert Einstein. Con riferimenti al naturalismo religioso di carlo Rovelli.
Trapani, 6 aprile ore 17.30
Aula Magna Istituto Tecnico Economico “S. Calvino”
Corso Italia
Book Performance con l’Unesco
Relatori
Ing. Francesco Anselmo, docente incaricato dell’Associazione Architettura di Londra
Prof. Pietro Attinasi, Edizioni Arianna
Prof. Antonino Serina, Autore del libro
È davvero deludente ed inutile parlare oggi di religione?
O se ne parlerà sempre come esperienza fondamentale dell’esistenza umana?
Se tutto ciò che è dell’immenso universo, e del mondo atomico e subatomico, è riducibile ad una equazione matematica, ci chiediamo: che senso ha parlare ancora di religione? Possiamo almeno parlare di sentimento religioso o di religiosità?
Ovviamente non intendo riferirmi alla religiosità dei Tikopia della Melanesia, dei Bororo del Brasile o dei Nilocamiti dell’Africa Orientale, ma curiosamente alla religiosità di Albert Einstein che confessa di essere un uomo profondamente religioso e di Carlo Rovelli che si autodefinisce convinto e sereno ateo, eppure sente profondamente e vive la “sacralità dell’universo”.
Ci chiediamo allora: può esserci una religiosità senza un Dio? Il sentimento che nasce dall’ammirazione entusiasta della grandezza e della bellezza straordinaria dell’universo, e dal mistero che ne cogliamo, può essere considerato religioso?
[Dall’Introduzione dell’Autore]
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