Venerdì 22 novembre alle ore 17,30
al Circolo di cultura di Sciacca
il Gruppo Lettura della Fidapa incontrerà Vincenzo Muscarella,
autore del romanzo Damiana.
Interverranno con l’Autore:
Anna Maria Picone, Presidente della locale sezione Fidapa;
Prof. Gisella Mondino, Vice Sindaco;
Prof. Roberto Sottile, Docente di Linguistica italiana Università di Palermo;
Arch. Milena Gentile, Presidente Associazione Emily – Palermo;
D.ssa Danielle Mancuso, Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale;
Maria Grazia Catania, Socia young Fidapa Sciacca, che leggerà alcuni brani del romanzo;
Francesco Giunta, Ezio Noto e Disiu che canteranno i brani del CD a corredo del libro.
Fin da ragazza Damiana aveva avuto il sonno leggero, ma da un po’ di tempo aveva anche preso l’abitudine di dormire con un solo occhio, bastava il minimo rumore per passare dal sonno alla veglia.
Damiana stava all’erta, ormai Pinuzzu sempre più spesso rientrava a notte inoltrata e con qualche bicchiere in più in corpo. Non era mai del tutto ubriaco, ma lo stato di ebbrezza accendeva la sua innata propensione alla violenza, e negli ultimi tempi anche per il più futile dei motivi lei e le figlie erano diventate il bersaglio delle sue sfuriate.
La stanza da letto, sua, era al secondo piano, ma allo scatto, quasi accompagnato, della serratura della porta di fuori, aprì gli occhi e fu subito sveglia. Nel buio più fitto volse lo sguardo verso il comodino accanto al letto, la fosforescenza della lancetta picco- la era allineata alle quattro. Poi udì il solito click dell’interruttore e restò in attesa dell’altrettanto solito scrosciare del getto nel fon- do del water. Invece niente. Dopo un breve silenzio tra l’insolito muto stridere dei cardini della porta di mezzo che si chiudeva molto lentamente, percepì un timido parlottio, Pinuzzu non era solo e non voleva farsi sentire.
Presa da un’incontrollata agitazione, cominciò a chiedersi cosa mai fosse successo per quell’insolita silenziosa irruzione. Per un po’ stette senza muoversi sotto le lenzuola a tentare di deci- frare le parole quasi sussurrate e i rumori ovattati che venivano dal basso. Nonostante il profondo silenzio dell’ultimo scampolo della notte più fonda, non riusciva a capire nulla. Sapeva che se fosse stata scoperta avrebbe scatenato la furiosa collera del marito, ma non seppe resistere alla tentazione di sapere chi e perché a quell’ora inusitata si accompagnasse a Pinuzzu dentro la sua casa.
Addosso la sola camicia da notte, a piedi nudi, con il favore del tenue chiarore della luna sul lucernario e del riflesso della luce che veniva dalla scala, si alzò e senza il minimo rumore, cercando di non fiatare, si diresse verso le scale.
Dopo la prima rampa, si fermò e tese le orecchie, ma le voci, anche se un po’ più alte, non erano chiare. Scese ancora un’altra rampa e fu quasi a ridosso della porta di mezzo. Il ritmo del cuore già impazzito sembrò serrarle la gola, ebbe paura che il rumore dei suoi stessi battiti la tradissero. Schiacciò il lato della faccia contro il muro e stette ad origliare.
Le voci erano di due uomini. Assieme a quella di Pinuzzu le parve di riconoscere quella di Lillino Viras.
Istintivamente si rifiutò di crederlo, Pinuzzu non poteva portarsi a casa sua Lillino, dopo tutto quello che era successo nella scorsa Pasqua. Non appena ne ebbe la certezza, un improvviso tremito la percorse dalla cima dei capelli fino alla punta dei piedi, e non era certo solo a causa dell’aria fredda della mattina già prossima. Ormai da un po’ di tempo il solo sentire pronunciare il suo nome le causava un’incontrollabile sensazione di collera e panico, insieme a una consapevole certezza di umiliante impotenza. Trattenne a stento un irrefrenabile senso di nausea. Rimase immobile ad ascoltare. …
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