Eros e voli. A Cefalù Giacinto e Riccardo Schicchi, il 9 maggio.

Eros e voli, presentazione del libro Giacinto e Riccardo Schicchi, la famiglia, gli aerei, la pornografia, di Nicola Schicchi.

Incontro di Primavera al Cinema di Francesca di Cefalù, Corso Ruggero 65, giovedì 9 maggio ore 18,00.

Verrà presentato il libro Giacinto e Riccardo Schicchidi Nicola Schicchi
Interverranno Arianna Attinasi, Antonino Cicero, Giovanni Cristina.

Giacinto [il papà di Riccardo, ndr] rimase negli States per circa tre anni, di cui oltre due nelle isu, quasi libero. Imparò la lingua, sostenendo pure di esser- si diplomato in chimica. Tornato in Italia, si incaponì a ricercare la misteriosa composizione di un’arcana molecola: quella formula divenne la sua mania, ma non giunse mai ad alcuna conclusione.

Geniale ed eclettico, in prigionia si applicò alla ritrattistica, ri- velando un buon talento con pennelli e colori. Coniugando la passione pittorica con quella di acchiappagonnelle praticata in patria e certamente proseguita in terra straniera, riprodusse le sembianze di sconosciute ladies. Si sono conservati due ritratti, olio su tela. Le dame raffigurate hanno un aspetto italiano, facendo supporre che Giacinto le dipingesse a memoria, senza averle davanti; in ogni caso non avrebbe faticato a procurarsi girls disposte a posare per lui. Forse s’ispirava a foto che gli capitavano sottomano. Dopo oltre settant’anni, dietro le due solide tele americane, si distinguono i timbri controfirmati da un Officer in Charge e le scritte Censored pw Camp Ruston, la, Italian. [pag.77]

Sin da piccolo, Riccardo si rivelò intelligente, vispo e pieno di bizzarra inventiva. Ma già sul finire degli anni Cinquanta emerse- ro lati del suo carattere premonitori dei burrascosi sviluppi, così da far pensare che covasse in petto una reazione di rigetto del confor- mismo, della disciplina e del rigore dell’opprimente gabbia militare in cui stava crescendo.

Voglia di trasgressione, aspirazione alla libertà sfrenata e attrazione per il sesso femminile si manifestarono molto presto nel giovanissimo Riccardo.

A sentire lui, quando ai primi anni Sessanta si trasferì con i genitori a Napoli, architettò un’operazione infelice che per un pelo non avrebbe provocato un disastro. Volendo fare colpo su una ragazzina vicina di casa, piazzò una trave sui binari della funicolare invitando l’amichetta ad assistere, nascosti, alla bravata e al conseguente incidente. Nel trambusto seguito all’urto, Riccardo se la squagliò e la fece franca. [pag. 88]

 

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