Isola delle femmine Book performance Luna Barocca Santa Franco

Isola delle femmine Book performance Luna Barocca Santa Franco, Sabato 17 novembre 2018, 17:30.

Sabato 17 novembre alle ore 17:30 presso la Biblioteca Comunale di Isola delle Femmine avverrà la presentazione del libro Luna barocca  (qui) di Santa Franco.

Interverranno alla #Bookperformance il Sindaco Stefano Bologna, l’assessore alla cultura Anna Maria Lucido, la professoressa Eleonora Bongiovanni, l’autrice Santa Franco.
Reciterà e canterà Emanuela Davì.
Al pianoforte Arianna Attinasi.

La nostra è una terra straordinariamente ricca di contraddizioni, una peculiarità questa che la rende per certi versi incomprensibile ma, nello stesso tempo, le attribuisce una valenza che la rende unica, un’unicità che spazia dall’espressione paesaggistica a quella artistica e culturale.

Una terra capace di dare un’immagine di sé assopita come le immense distese di dune immobili e monotone del latifondo desolato e cristallizzato, metafora di una sconfinata solitudine, ma nello stesso tempo una terra che dinamicamente offre un’immagine nuova ed imprevedibile, si concede e si trasforma, fa crollare certezze sedimentate. La dinamicità del suo eterno divenire si materializza attraverso il paesaggio dell’Etna che sconvolge, esplode, dissacrando e sconfiggendo la rappresentazione che si era imposta in un immaginario collettivo sopraffatto dall’esistente, comunque soggiogato da due estremi limiti descrittivi.

I suoi colori, i rumori, l’inesorabile trasformazione che ridisegna e rimodella il paesaggio, nonché gli odori intensi che diventano imprevedibili perché si associano e si contaminano in un movimento eterno, hanno attratto, fin dalla notte dei tempi, dominazioni diverse, un crogiolo di culture che ha contribuito fortemente alla formazione del popolo siciliano, un popolo che racchiude in sé identità diverse, paesaggi improvvisi, una insostenibile mutevolezza che spazia in un moto eterno e provvisorio insieme che non può essere spezzato da inutili tentativi di approfondimento di radici e ricomposizioni etniche.

La trattazione pittorica, letteraria, poetica si inserisce pienamente in questa rappresentazione immaginifica della Sicilia, un’isola limpida ma tormentata, verganiamente rassegnata ma pronta anche a far esplodere le proprie passioni, immobile ma mai completamente sopita, proprio come gli uomini e le donne che di essa ne sono la più rappresentativa espressione umana.

I personaggi di questo libro sono all’origine di tali epifanie del paesaggio siciliano, sono essi stessi figli o figlie di questa terra, custodi della sua luce, rappresentazione di una memoria antica.

Soprattutto figlie che si muovono incerte alla ricerca di un passato irrisolto che si presenta come nera filigrana intrecciata e densa, contorto intreccio di stucchi ed ori “sapientemente intessuti per sconvolgere e stupire”proiezione di esistenze di cui sfuggono i contorni e che si oppongono con resistenza quasi volessero sfuggire anch’esse per trattenersi dentro quelle dune immobili per mai concedersi all’inesorabile movimento della terra che tende, di contro, a franare per essere rimodellato come le sue coste e le sue montagne, mai completamente immutabili.

Ma ecco che il paesaggio si trasforma e tutto ciò che appariva incomprensibile e terrifico si apre e rivela le antiche “verità” contorte e nascoste come se avessero aspettato un evento inarrestabile e improvviso o semplicemente atteso che una mano, apparentemente incerta, avesse riscoperto la sua reale forza.

Il passato, annerito sotto la cenere, riconquista una luce negata, da angolato e fisso, ridiventa mobile e fluido. Si presta per essere svelato, quasi autonomamente reagente alla forte provocazione dell’immediata forza delle cose; e si impone impadronendosi delle vite, riconquistando i contorni di un paesaggio negato ed imprigionato da incomprensibili convenzioni.

L’impatto non appare più chiaroscurale, piuttosto i contorni si ridisegnano precisi, i colori non sono più sbiaditi o assenti ma si propongono accecanti, come risvegliati da un remoto oblio.

L’ordine delle cose, o della vita, si ricompone, non più rarefatto, si ripresenta come un’implicita vocazione all’autodominio, metafora anch’esso di un apparire soltanto apparentemente incontrovertibile.

La luna barocca è, dunque un “luogo dell’anima”, ma anche una “categoria” concettuale per comprendere l’essenza più profonda di una società.

L’architettura barocca si presta, proprio come un paesaggio complesso, alla narrazione di un popolo che non svela la propria bellezza con un moto istintivo di stupore, ha bisogno di un tempo lungo per essere apprezzato. Il racconto di se stesso non avviene attraverso una modalità semplice, è sempre circolare, va interpretato e compreso, si presenta irregolare, spesso contorto, mai scontato.

Nulla mi è parso più conforme per rappresentare queste costanti della nostra terra, nulla di più adatto di questo accostamento per esprimere l’humus in cui si sviluppano storie e dove si manifestano personaggi ed idee, nulla di più ricercato, come l’idea di una categoria culturale, per narrare vicende lontane che riappaiono e si coniugano, si ricongiungono inesorabilmente a fenomeni vicini, ricorrenti nella storia, proprio come un moto costante inarrestabile e forse lucidamente incomprensibile.

Santa Franco

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