Hotel Pension Cosmopolita, Alessandra Distefano

13.00

Descrizione

Titolo: Hotel Pension Cosmopolita
Autore: Alessandra Distefano
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 200
ISBN: 978-88-99981-22-8
Prezzo: 13,00
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno di pubblicazione: 2017

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Alessandra ha ventisei anni ed è come un libro nuovo, ogni giorno può nascere un pezzo, una riga fragile, un foglio imponente, ogni giorno – in pratica – sta imparando “a parlare di sé” ad ascoltarsi, a capire cosa per lei è bello e cosa no: “a ventisei anni è doveroso se non vuoi sbagliare a scegliere tutto, le cose importanti, è chiaro” si ripete questa frase, la ripete a parenti, amici ed estranei, che non sa se ne capiscano il senso, la densità, il peso, la metafisica… non lo sa, ma non credo le importi – non ci ha mai pensato – con fatica e con scarsa calma ricerca le basi della sua felicità eventuale, il passo successivo sarà tentare di conquistare del tutto o in parte le tanto sospirate “cose belle”.
Alessandra ama la città da morire, questa si è già trasformata in una certezza, in un mondo assolutamente privo di ogni cosa questa è una luce. Ama la città in modo viscerale, camminarci dentro, respirarla, graffiarla e portarsela dentro, adora camminare nel pomeriggio, per lo più da sola, con destinazioni effimere di breve scadenza e facile conquista, adora sentirsi più piccola della città e adora le possibilità che questa offre, anche se magari non avrà voglia di coglierne nessuna del tutto o in parte.
La città è un contenitore bellissimo e c’è dentro anche lei.
Poi un’altra certezza c’è: “un romanzo lo lascerò a questo mondo scritto nella luce viola e intermittente, nell’estate, nel caldo, nelle vacanze, nel fango. Scritto con gli occhiali da sole, scritto, scritto e basta”. Alessandra ama le scarpe e i tacchi alti, i colori, gli odori, essere abbronzata, l’accento romagnolo, libri e giornali di cucina, le testure dei cosmetici di chanel, guardare le mele verdi, il caldo, gli orecchini e i lucidalabbra, i paesaggi di mare, viaggiare e il cioccolato, le torte e i formaggi, la cannella, il vino, il miele e la piadina, ma soprattutto i biscotti rotti, quei meravigliosi pezzettini che si accumulano nel fondo del pacchetto… bellissimo!
E ancora dare nomi propri di persona ad oggetti e cose e definizioni di oggetti a contesti e situazioni – tipo: questa giornata è un quadro –, ricordare sua nonna quando la sera sbucciava l’uovo sodo per fare in modo che lei mangiasse “la pallina”… i gioielli di plastica colorati e naturalmente anche quelli costosi – che donna sarei altrimenti? La passione per i gioielli forse nasce un secondo prima delle donne, no?
E la pizza, la pizza da matti! (pagg. 49-51)