La bella dalla stella d’oro, fiaba siciliana

13.00

Descrizione

Titolo: La Bella dalla stella d’oro
Autori: Giuseppe Pitrè [fiaba raccolta da], tradotta da Carlo Carzan, illustrata da Marcella Brancaforte. Testo Originale, racconto di Nina Fedele al Salomone Marino, in appendice.
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 36
ISBN: 978-88-89943-05-2
Prezzo: 13,00
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno di pubblicazione:  I edizione 2006, terza ristampa 2017.

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Si cunta e s’arricunta ca cc’era un patri e ‘na matri ed avianu un figghiu, beddu ca era ‘na pittura, e longu com’un stinnardu. Lu patri e la matri lu vulianu bèniri quantu la pupidda di l’occhi soi, e si scantavanu a fallu jiri a jucari fora, pirchì si passavanu li fati si lu pigghiavanu. Qulunchi di l’aggenti chi lu vìdianu,a stu beddu giuvini, cci diccianu:
<<Chi stinnardu d’oru! cci staria bona a lu latu la Bedda di la Stidda d’oru!>>

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Narrare le radici

Postfazione di LIVIO SOSSI
Docente di Storia e letteratura per l’infanzia Università degli Studi di Udine.

<< Recuperare e trasmettere alle nuove generazioni il nostro patrimonio di tradizioni orali che oggi rischia di andare perduto anche perché sconvolto dall’omologazione, significa restituire il senso della memoria storica, individuale e collettiva, significa ritrovare le nostre radici e la nostra identità, significa sapere chi siamo e da dove veniamo. Ricordiamoci che l’uomo senza radici, l’uomo senza memoria, è cieco e sordo.
La Sicilia può vantare un ricco patrimonio di tradizioni orali che trae spunto dal folclore contadino e da antichi miti e si contamina, almeno in taluni casi, con la cultura araba. Gran parte di questo materiale, trasmesso oralmente di generazione in generazione, fu studiato proprio dal medico Giuseppe Pitré (1841-1916), uno dei maggiori studiosi europei del folclore da lui stesso definito “Demopsicologia”. Pitré lo raccolse nei venticinque volumi della Biblioteca delle Tradizioni Popolari siciliane e nei quattro volumi delle Fiabe, novelle e racconti popolari sicilianiscritti in tutti i dialetti della Sicilia.
Diverse edizioni hanno visto la diffusione delle novelle siciliane, ma si tratta comunque di edizioni per adulti non illustrate e non rivolte al pubblico dei bambini. Non si comprendono le motivazioni di questa incredibile lacuna editoriale. Se vogliamo che il nostro patrimonio di fiabe e racconti orali non vada irrimediabilmente più narrato dagli adulti, è indispensabile proporlo alle nuove generazioni e dunque ai bambini, in edizioni illustrate appositamente concepite per loro.
Ritengo che l’obiettivo principale della collana di Edizioni Arianna sia quello di contrastare l’omologazione culturale e la strumentalizzazione delle fiabe operata nei media, e riportare le fiabe popolari al loro contesto originario, ed al loro pubblico naturale, i bambini.
Un’operazione che ha impegnato Carlo Carzan nella traduzione e nella riscrittura della novella popolare di Pitré che inaugura la collana: La Bella dalla Stella d’oro. Carzan è riuscito ad entrare nello spirito della fiaba e ha cercato di trasmettere l’atmosfera, la particolare coloritura espressiva della lingua, la sicilianità. Non è stata indifferente la formazione professionale e letteraria dell’autore. Carzan è un ludomastro, un maestro del gioco, della narrazione e dell’affabulazione. Sappiamo che la caratteristica fondamentale della fiaba è l’oralità, il modo di trasmissione orale. Si racconta con la voce ma anche con il corpo, con i gesti. E si racconta con i silenzi e con l’intercalare: domande e interrogazioni che coinvolgono in modo diretto l’uditorio il quale prova ad anticipare le soluzioni narrative. Ogni narratore aggiungeva particolari, modificava alcune parti delle storie. Il segreto è racchiuso soprattutto nel modo in cui si racconta una storia. Una delle grandi narratrici “piena di colori, di natura, di oggetti” fu proprio quell’Agatuzza Messia che raccontò a Pitré un gran numero di “cunti”. “La Messia – scriveva Pitré – non sa leggere (…) ma sa tante cose che non le sa nessuno e le ripete con una proprietà di lingua che è un piacere sentirla. Questa è una delle caratteristiche sue sulla quale richiamo l’attenzione dei lettori”.
Ebbene, è con questo sguardo bambino, è con questa proprietà linguistica e terminologica che Carzan ha riscritto la Bella dalla Stella d’ororecuperando nella scrittura tempi e ritmi della narrazione orale e mantenendo della versione di Pitré alcune strutture narrative.
Ho voluto affidare questo primo volume ad una illustratrice affermata che seguo da anni e che considero una grande interprete dell’immaginario della terra di Sicilia: Marcella Brancaforte. Era necessario infatti scegliere un illustratore possibilmente siciliano, capace di restituire ai lettori l’atmosfera, i colori e la voce della Sicilia. Per illustrare La Bella dalla Stella d’orola Brancaforte si è attentamente documentata, ha organizzato frammenti di memorie che conservava dentro di sé: luoghi e ambienti della sua Sicilia, volti di donne, uomini, vecchi, sconosciuti protagonisti di appassionanti o curiose microstorie. E in questi personaggi ha ritrovato un vissuto storico che è insieme individuale e sociale, privato e pubblico, personale e collettivo. Le sue immagini riprendono i motivi della tradizione iconica popolare. Ci ricordano i dipinti dei carretti siciliani, si intrecciano al teatro dei pupi di Cuticchio. Marcella, raffinata e colta contastorie del nostro secolo, ci mostra come l’illustrazione possa davvero essere il luogo antropologico dell’immaginario che l’artista arricchisce di nuove, stimolanti raffigurazioni.
Si è deciso di pubblicare in appendice anche la versione di Giuseppe Pitré in lingua siciliana. Il piacere di leggere Pitré nell’originale siciliano è il piacere di scoprire o di riscoprire la bellezza, la sonorità e la ricchezza di questa lingua regionale che con Cielo D’Alcamo ha contribuito alla nascita della lingua italiana.>>

 

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 21 × 21 cm