Giuseppe Giovanni Battaglia, Voglia di notte su TGRai 3 e Giornale di Sicilia.

A distanza di un mese dalla sua prima uscita pubblica, grazie alla performance teatrale di Patrizia D’Antona (leggi qui), il romanzo di Giuseppe Giovanni Battaglia, Voglia di notte  trova finalmente un primo spazio e meritato riconoscimento sulla stampa siciliana.

Il libro di “Piddu” Battaglia, come graziosamente sempre ancora oggi lo appella il suo amico Vincenzo Ognibene che, insieme al sapiente Paolo Ferruccio Cuniberti, si sta facendo carico dell’importante compito di recuperare alla memoria della cultura siciliana, italiana e mondiale il valore del grande poeta di Aliminusa, è l’unico suo romanzo.

Un sentito grazie va dunque espresso al Giornale di Sicilia, per la pubblicazione in data odierna dell’articolo di Giusi Parisi dal titolo <<Voglia di notte>>, tanta Sicilia nell’opera postuma di BattagliaArticolo il cui contenuto mostra che la sua  autrice ha sicuramente letto, e bene, il libro.

Lo stesso grazie merita la Rai per il servizio firmato dal fine Mario Azzolini, che ha peraltro personalmente conosciuto Battaglia, mandato in onda su TGR (vedi)

Giuseppe Giovanni Battaglia (1951-1995), autore del romanzo Voglia di notte vive la sua infanzia ad Aliminusa.

A Palermo frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia non laureandosi.
Nel 1975 entra alla Camera del Lavoro, fa attività sindacale e collabora, con suoi articoli, alla rivista «Sindacato» diretta da Aurelio Colletta.
Nel 1976 si trasferisce a Roma, dove incontra Gaetano Giganti e Pio La Torre. Alla fine degli anni Settanta inizia il suo “avvicinamento” alla lingua.
Negli anni Ottanta, rappresenta il Ciclo sul potere al Teatro dell’Orologio di Roma, e a Palermo con altri testi per il Teatés di Michele Perriera.

Nella seconda metà degli anni Ottanta lavora presso l’Istituto Luce di Roma. È il periodo della maturità e della serenità con Carla, la ragazza torinese.
La sua ultima produzione è caratterizzata dal ritorno “della lingua della madre” e ai luoghi delle sue prime esperienze poetiche.
Ha un rapporto privilegiato con i pittori Bruno Caruso, Nicolò D’Alessandro, Luigi Granetto, Vincenzo Ognibene,
Gianfranco Barucchello e altri.
Nel 1994 vive per tre mesi a Milano presso la casa di Daniele Oppi, poi ritorna ad Aliminusa dove muore un anno dopo.

 

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