PALERMO PRIMO GIUGNO 1980 DAMIANO COSENZA INIZIA PRIMO VIAGGIO A PIEDI DA SANTA ROSALIA.

 

   24272 KM A PIEDI PER LE STRADE DEL MONDO.
Primo GIUGNO 1980,  DAMIANO COSENZA PARTE DAL SANTUARIO DI SANTA ROSALIA PER RAGGIUNGERE DOPO 46 GIORNI QUELLO DELLA MADONNA DI CASTELMONTE. A CIVIDALE DEL FRIULI

Celebrato oggi, primo giugno 2020, a Palermo, Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, il 40° anniversario della partenza di Damiano Cosenza – Il Camminatore solitario nel suo primo viaggio a piedi per le strade del mondo: il viaggio in Italia che lo porterà dopo 46 giorni alla meta: il Santuario della Madonna di Castelmomnte a Cividale del Friuli, nei pressi di San Martino al Tagliamento, comune che lo accolse alla fine della seconda guerra mondiale.

A ricordarlo sono stati Don Gaetano Ceravolo, Reggente del Santuario e Antonio Fiasconaro autore del libro Il Camminatore solitario, dove sono pubblicate e commentate tutte le pagine dei suoi diari di viaggio.

Se non ci fosse stato il coronavirus la manifestazione avrebbe visto la partecipazione dei Sindaci di Palermo e di San Martino al Tagliamento, comune in provincia di Udine, da cui sarebbe giunto un gruppo di cittadini che ha dovuto annullare il viaggio in Sicilia già annunciato.

Diamo qui le pagine 20 e 21 del libro relative alla data di domenica 01 GIUGNO 1980:

     “Damiano inizia il suo primo raid. Quello sognato da tantissimi anni e studiato sulle carte in maniera quasi maniacale. Per quello che un giorno diventerà per tutti il camminatore solitario, il globetrotter della terza età è sicuramente un’esperienza unica che lo porterà in giro per il mondo a piedi per ritrovare l’alba dell’uomo.§Siamo sul Monte Pellegrino a Palermo, al Santuario che custodisce le reliquie di Santa Rosalia da dove partirà la marcia di Damiano che lo porterà dopo settimane e settimane di cammino lungo tutto lo Stivale al Santuario della Madonna di Castelmonte a Cividale del Friuli. Da buon cattolico che è assiste alla messa e fa la comunione insieme alla moglie Regina. In cima al monte si attendeva la stampa e le tv che sapevano dell’inizio dell’impresa. Ma questo programma andrà deluso, perché in concomitanza sul Monte c’è il “carosello” di auto d’epoca. Al contrario ha una bella sorpresa, inaspettata. Alla partenza del suo raid ritrova quasi tutta la classe del terzo liceo classico Umberto.
«Tutti più giovani di me, ma qualcuno sembrava più vecchio: Pitruzzelli, Oddo, Sorgi e Bacilleri che, mentre facevamo la foto ricordo, mi ha invitato a fermarmi a mangiare a Torre Normanna, dove ha una roulotte. Sono venuti anche i colleghi di lavoro ed il mio ex direttore. Abbracci, baci, congratulazioni ed anche pacche sulla spalla per la gioia. Durante la marcia, il mio collega Crimi mi ha raggiunto con l’auto e mi ha chiesto se avessi bisogno di qualche cosa. Ne ho approfittato consegnandogli una delle mie borracce, pregandolo di portarla a casa mia, perché mi infastidiva sentirla dondolare attaccata allo zaino. A Romagnolo ho incontrato il cassiere capo Chiarenza e subito dopo il collega Umberto Caronia. Lungo il tragitto diverse persone mi salutavano e numerose autovetture si fermavano per domandare se fossi stato quello che doveva andare a piedi fino in Friuli e, alla risposta affermativa, mi elargivano tanti auguri. A Ficarazzi mi sono seduto su un muretto e ho mangiato un panino con la cotoletta. Arrivato a Bagheria mi sono fermato all’osteria “Don Giovanni” per bere un’aranciata. Era un ristorante però mi hanno dato ugualmente da bere senza alcuna difficoltà e con gran‐ de gentilezza. Mentre bevevo con intenso piacere per la grande sete che avevo accumulato, ho notato un cameriere che portava una copia di gior‐ nale al padrone e poi un altro, ma dall’espressione del vecchietto era evidente che non era il giornale che cercava. Ancora un altro giornale e “niente” diceva il padrone con un cenno di testa. Lo vedo avvicinarsi al tavolo coperto da una tovaglia a quadretti bianchi e rosa e mi chiede: “Scusi signore lei è quello… ”, ho risposto di sì e lui rivolgendosi al cameriere: “Te lo avevo detto… ”. Era naturale che la gente seduta a mangiare rivolgesse lo sguardo verso di me commentando il fatto sia a bassa voce che ad alta voce. “Il passaggio dello Stretto di Messina, quello sì che è difficile. Ma lo ha fatto qualcun altro quello che sta facendo lei? Ma perché lo fa”. Queste le domande che la gente di quel locale mi faceva. Don Giovanni non ha voluto farsi pagare l’aranciata, anzi tutto contento voleva offrirmi il pranzo che ho dovuto rifiutare perché avevo già mangiato il panino. Mi ha dato il suo biglietto da visita e sono andato via con i saluti e gli auguri di tutti»
Damiano prosegue il suo cammino raggiungendo nell’ordine Casteldaccia, Altavilla Milicia, la spiaggia di San Nicola L’Arena, dove diversi anni prima andava a fare i bagni in estate.
«Passa lungo la strada un’altra auto e si ferma: era Balistreri, uno dei miei compagni con la moglie e il figlio. Erano le 18 e mi avevano aspettato tutta la giornata, non credevano che a piedi ci si impiegasse quasi otto ore. Ho dovuto spiegare che avevo perso tempo per le continue fermate e conversazioni con la gente per strada. Era dispiaciuto che non poteva fermarsi ma mi ha lasciato il posto per dormire la prima notte. L’ambiente era carino, ben messo e pieno di roulottes, non poteva lasciarmi la chiave della roulotte per l’impossibilità da parte mia di restituirla, ma i servizi igienici erano a mia disposizione. Prima di andarsene mi hanno indicato una via d’uscita segreta e hanno chiuso a chiave il cancello. Ho tirato fuori dallo zaino un altro panino con la cotoletta e la frutta. Ero stanco ed assetato. Ho ritrovato la mia camicia sudata che avevo messo ad asciugare e mi sono infilato dentro il sacco a pelo. Guardavo il cielo annuvolato e pensavo a Regina che questa volta si era comportata in modo assennato, anzi era stata buona a concedermi questo viaggio a cui alludevo da tanto tempo, da oltre trent’anni. Mi sono svegliato durante la notte perché mi pioveva in faccia, mi sono voltato ed ho ripreso a dormire, si fa per dire… ».

Ed ecco il diario di lunedì 2 GIUGNO:

     Damiano si trova nel ben mezzo di un temporale. Sono appena le tre di notte ed è costretto alla fuga. Si rifugia per ripararsi e per proseguire il suo sonno, in uno degli ambienti vicino ai gabinetti del camping.
«Ero dentro uno dei cessi. Non sono riuscito più a riprendere il sonno. All’alba il cielo era sereno, il mare che osservavo dall’alto della collinetta era stupendo. Ho preso la macchina ed ho scattato una fotografia. Ho mangiato due formaggini con alcuni biscotti e via di nuovo in marcia. San Nicola L’Arena, Trabia, Termini Imerese, Himera e il tempio dorico, povero me solo soletto, nessun cane che mi facesse una foto. Ed ancora Campofelice di Roccella e Cefalù. In un bar prendo un elenco telefonico e cerco il nome di un mio collega, Pozzallo, ma non l’ho trovato; ho fatto gli acquisti per la giornata: tre panini con il prosciutto, due scatolette di caponata di melanzane e una bottiglia di acqua minerale. Ho pranzato sotto un albero d’ulivo con il tronco contorto, attorcigliato di scure crepe, come torturato, mi sembrava di sentire i gemiti. Riprendo poi la marcia e arrivo a Finale e proseguo ancora. Sono stanco, lo zaino comincia a far sentire i suoi effetti, quelle sbarre di ferro mi pressano la spalla e i glutei. Altro che zaino anatomico! Regina appena ha visto questo zaino mi ha detto che con quel telaio di ferro avrei sofferto. Aveva ragione. Sono già le 19 e vedo un posticino ottimale per passare la notte e mi infilo in un folto cespuglio: mangio pane e caponata e giù nel sacco a pelo».

Qui il video della cerimonia su YouTube.

 

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