Descrizione
Titolo: Damiana Booktrailer
Autore: Vincenzo Muscarella
CD musicale. Voci di Moni Ovadia, Edoardo De Angelis, Francesco Giunta, Ezio Noto, Pino Veneziano
Editore: Edizioni Arianna
Pagine: 184
Prezzo: € 15,00
ISBN:978-88-99981-07-5
Luogo di pubblicazione: Geraci Siculo
Anno pubblicazione: 2017
A partire dagli anni Settanta, in un arco di tempo abbastanza breve, la Sicilia cambia radicalmente. Dall’immobilità secolare del mondo contadino si passa – così, dall’oggi al domani – al nuovo corso della modernità che prestissimo diventa postmodernità per farsi poco dopo globalizzazione e infine glocalizzazione. Per quest’ultima, recentemente è parso che un nuovo bisogno di “località radicata” avrebbe ben presto determinato un ritorno al mondo (fisico e culturale) di una volta. Così non è stato. Ed è successo che quanti, invece, non si erano mai allontanati da quel mondo (ormai più fisico che culturale) non hanno visto (e non vedono) che spopolamento e impoverimento dei luoghi “dell’interno”, sempre più marginali e ad arte marginalizzati anche (e simbolicamente) da una “non-politica” della viabilità.
Forse avvertendo oggi gli effetti peggiori di quel cambiamento innescatosi negli anni Settanta, veniamo colti da una specie di curioso interesse per ciò che era quel mondo nel momento preciso in cui il cambiamento è partito e si è rapidamente compiuto. Quell’interesse si fa spesso nostalgia e malinconia e, alla fine, in una specie di coming out improcrastinabile e inevitabile, finisce per farsi “narrazione”. Narrazione di universi culturali, di valori, di visioni. Narrazioni di figure, di luoghi, di transizioni sociali e culturali, di passaggi dal grano al cemento, dal feudalesimo alle riforme agrarie, dalla campagna alla città.
Ed è la campagna, coi suoi piccoli paesi, con il suo immobile entroterra, con la sua “transizione necessaria”, a fare da décor al romanzo di Vincenzo Muscarella. In essa si muovono figure il cui portato culturale appartiene al mondo ormai perduto della pre-modernità accanto ad altre che, invece, della modernità incarnano lo slancio più sincero e più profondo (ma forse anche più ingenuo) verso il “nuovo”. C’è di buono in quel vecchio e c’è di buono in questo nuovo. Un ricco materiale per imbastire una storia intergenerazionale che oppone i vecchi ai giovani perché ne oppone i rispettivi valori (e i rispettivi mondi). Ma ci sono vecchi e vecchi e ci sono giovani e giovani. E c’è del buono, del cattivo. C’è una famiglia mafiosa da un lato, che, all’interno di una piccola comunità, decide tutto e di tutti, e c’è una famiglia di gente per bene, che subisce quelle decisioni. Ma c’è un momento in cui il meccanismo si inceppa. Ci sono angherie e soprusi che non possono essere sopportati anche quando chi dovrebbe ribellarsi non lo fa per paura o per vigliaccheria. Toccherà a Damiana, donna e madre, mettere a posto le cose. Lo farà con un’azione indiretta che solo la più cupa disperazione può dettare e giustificare. Ma, in fondo, è proprio quella disperazione, per la quale anche noi soffriamo insieme alla protagonista del romanzo, che finisce quasi per rendere accettabile ai nostri occhi la sua drammatica decisione, forse anche perché l’autore riesce a farci entrare da subito in empatia con una donna straordinaria che prende in mano la situazione e cerca una via d’uscita finché, alla fine, in qualche modo, la trova. E quindi Damiana non è tanto dissimile, per molti aspetti, da certe donne che abbiamo conosciuto (e amato) dentro l’orizzonte culturale di ciò che resta, se ancora ne resta, della “civiltà contadina”. Donne che tenevano le redini della famiglia, prendevano le decisioni importanti per tutti, “amministravano”, in fondo, il proprio e l’altrui destino e spesso, paradossalmente (difficile a immaginarsi!), erano perfino un tantino maschiliste.
Il racconto di Muscarella è molto bello – nel suo ritmo serrato, nel suo taglio misuratamente etnografico –, linguisticamente interessante anche per l’uso sapiente degli inserti dialettali (sempre marcati sul piano grafico) che appaiono opportuni e non danno mai l’impressione di essere stati inseriti lì perché la parolina dialettale, oggi, nell’era post-camilleriana, deve starci per forza, quasi per moda, specialmente se il racconto o il romanzo sono di ambientazione meridionale. Ora, poiché il libro celebra le donne e la forza delle donne, pare anche interessante l’idea di integrarne la pubblicazione con un CD nel quale sono incise diverse canzoni dedicate o costruite intorno a diverse figure femminili e cantate da grandi artisti.
È poi interessante sapere che questo libro ne inaugura una serie. Damiana apre e annuncia diversi racconti, per altrettanti autori, che saranno ambientati in ciascuno dei paesi che ricadono sulla Strada Statale 120. Questi paesi, a partire dal primo che si incontra lasciata la costa settentrionale (Cerda, di cui è originario Muscarella) per addentrarsi poi verso le Madonie (passando per Caltavuturo, Castellana, Polizzi, le Petralie, Geraci, dove ha sede la Casa Editrice Edizioni Arianna), sono uniti da una straordinaria solidarietà culturale di cui, ovviamente, è specchio anche la lingua. I parlanti di queste comunità dicono famìgghia, nègghia, ghiòmmaru, proponendo, così, l’esito di modello palermitano degli antichi nessi latini LJ, BL, GL. La pronuncia del tipo –gghi– deve essersi sovrapposta a pronunce del tipo famiglia o familla che in Sicilia sono più antiche. Insomma, pare possibi- le immaginare che l’innovazione gghi, partendo dal capoluogo, abbia trovato proprio nella Strada Statale 120 la via principale per la sua di fusione. E questo ci dice, allora, che i paesi che si affacciano sulla “Nazionale” hanno un che di comune che urge scoprire e valorizzare.
Dobbiamo allora essere grati a Edizioni Arianna che ha pensato di costruire un percorso di narrazioni lungo questa Via e a Vincenzo Muscarella che, con Damiana, quel percorso lo ha magistralmente inaugurato.
Roberto Sottile, Università degli studi di Palermo, Prefazione.